Specie in via di estinzione, la soluzione può essere la clonazione

La FWS (United States Fish and Wildlife Service) l’agenzia USA per la conservazione della fauna selvatica, ha reso pubblica pochi giorni fa la notizia.

Nello scorso dicembre 2020 è nato un clone di furetto dai piedi neri, dalle cellule congelate di Willa, un furetto vissuto 30 anni fa.

La madre surrogata ha quindi generato una copia di questo grazioso animale, grazie ad una ricerca tesa al progetto di ripopolamento di specie minacciate dall’estinzione.
E’ di fatto la prima volta che un esemplare a “rischio di estinzione” viene clonato.

L’ESTINZIONE POI SMENTITA

Era il 1979 quando in effetti, il furetto dai piedi neri venne dichiarato estinto.
Nel 1981, due anni dopo, venne tuttavia scoperta una piccolissima popolazione di questi animali, nel Wyoming.

Venne attuato immediatamente un programma per il ripopolamento, sebbene consapevoli che tutti i furetti sarebbero discesi da quel piccolo gruppo. Gli individui nati non avrebbero avuto di conseguenza grandi variazioni genetiche.
Questo, come ha spiegato la FWS “espone la specie a maggiori rischi di anomalie genetiche e malattie”.

DIVERSIFICAZIONE GENETICA

La chiave di volta per innescare un processo di variazione genetica che aumenterebbe la possibilità di sopravvivenza è arrivata con la clonazione, riuscita, di Willa.
Ora l’auspicio è appunto che la diversificazione genetica, o per meglio dire, del patrimonio genetico, possa infondere nuova forza alla ripopolazione del furetto dai piedi neri.

Una specie decretata estinta circa 40 anni fa, oggi vede quindi la possibilità di una rinascita stabile.

LA PRIMA CLONAZIONE

Fu la pecora Dolly, venuta al mondo il 5 luglio del 1996, il primo clone ufficiale.

La pecora fu battezzata, in onore dell’attrice superdotata, Dolly Parton. Il materiale biologico per la clonazione infatti proveniva dalle mammelle di una pecora adulta.

I cloni che succedettero Dolly, gatti, mucche, topi, polli, determinarono un cambiamento fondamentale per quanto riguarda la possibilità di riproduzione.

Questa tecnica di manipolazione genetica apre oggi la strada anche per sopperire al problema delle specie a rischio estinzione.

LE CRITICHE DAL MONDO ETICO E MORALE

Restano le prese di posizione degli ambienti etici e religiosi in merito a queste tecniche, anche se si ravvisano sempre più, accomodamenti di pensiero…
Le pressioni che derivano in particolar modo dall’ambito ecclesiale sono tuttavia contenute e non arrivano mai all’ingerenza vera e propria nell’azione del Legislatore.
Il progresso medico-scientifico conduce ad innovazioni che destano pareri controversi. Basti pensare alla fine del 1967 quando un chirurgo africano, Christiaan Barnard, eseguì il primo trapianto di cuore. Anche il quel caso fu varcata la soglia dell’inimmaginabile, ma con gli anni tale pratica è divenuta consueta.

 

Giorgio Consolandi

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