Sant’Andrea di Anagni, sulle tracce dei Rosacroce
La chiesa di Sant’Andrea ad Anagni risale alla fine dell’anno 1000 e precede la costruzione della Cattedrale. Un documento del vescovo Trasmondo la vuole già esistente nel 1003.
L’aspetto era completamente diverso dall’attuale e presentava una facciata tipica romanica di cui sono rimaste varie tracce come alcune statue , cornici ecc… rivelatesi dopo i recenti restauri. Fu il vescovo Landone Conti che la trasformò completamente nell’anno 1263 trasformandola in chiesa gotica, dandole, quindi, un maggiore slancio ampliando il presbiterio ed alzando il campanile.
Altri interventi caratterizzano la sua trasformazione a cominciare dalla fine del cinquecento ai giorni nostri. Mi soffermo, però, ad una visita pastorale dell’anno 1701 da parte del vescovo Gerardi per rilevare un fatto curioso, il primo di questa nostra visita : il vescovo descrive che all’interno della sagrestia nel pavimento sono state scavate alcune tombe, due per gli uomini, una per le donne, una per i bambini, tre per le famiglia Stefanucci, Ambrosi e “de fratatis” ovvero “de fraternitatis”. L’appartenenza di quest’ultima sepoltura non ha trovato spiegazione, tranne una che mi permetto di suggerire: si potrebbe forse trattare della tomba della società segreta dei Rosa Croce “fraternitas Rosae Crucis”.
Potrebbe essere una ulteriore conferma dell’esistenza in Anagni di questa misteriosissima società segreta, arrivata almeno fino alla fine dell’ottocento e che vide nel barone Alberto Barnekow un suo importante rappresentante e la sua Casa di fonte la Chiesa, sede di riunioni. Con Napoleone fu vietato l’uso di seppellire nelle chiese e non sappiamo che fine abbia fatto quella sepoltura.
Un’altra curiosità riguarda l’arredo interno, il pavimento era tutto del tipo cosmatesco ovvero con tessere in marmo disposte sapientemente e con maestria in modo da formare splendidi disegni. Di questo, oggi, ve ne è rimasta traccia solo presso l’altare, ma a conferma dell’importanza di questo tempio ricordo che il seggio episcopale, eccezionale capolavoro del Vassalletto, stava, prima di essere spostato nella Cattedrale nel 1897 qui in questa chiesa.
Un’altro splendido capolavoro è un trittico ligneo risalente ad epoca bizantina, sec.XIII, conservato nella Cappella dedicata al Salvatore. Dietro le tavole raffiguranti una al centro Gesù che mostra il Vangelo, a destra forse San Giuseppe con un devoto di cui è indicato il nome “Gregorius Francisci”, probabilmente colui che ha commissionato l’opera, e a sinistra la Madonna, c’è un’iscrizione che specifica che quest’oggetto è un reliquiario. All’interno della base delle tavole si trovavano, infatti, una reliquia della Santa Croce, “de vestimento Salvatoris”, di San Sabastiano, di Santa Aurelia, di San Pietro (vescovo), di Sant’Agapito e di San Gallo, un vero tesoro di fede e storia.
Ma una reliquia veramente particolare faceva parte del “tesoro” della chiesa di Sant’Andrea ovvero il velo che indossava Maria Stuarda, la regina di Scozia, quando nel 1586 fu decapitata per ordine della regina Elisabetta I. Dalla descrizione sappiamo che si trattava” di una tela a reticella con scacchi quadrati lavorata a punto oro, lunga palmi otto, larga palmi quattro, contornata di reticella ai piedi e, nel detto contorno, per tutta le sua lunghezza, vi erano riportate le seguenti parole: Velum Serenissimae Mariae Scotiae Et Galles. Reginae Et Martiris Quo Induebatur dum ab Heres ad mortem Iniustissima Condemnata fuit anno Salvatoris MDLXXXVI”.
Questo preziosissimo reperto ricordo di un fatto storico importantissimo per la storia inglese ed europea “fu offerto in dono ad un cardinale congiunto della regina”perdendosene traccia per sempre come molti altri importanti “tesori”anagnini. La Chiesa di Sant’Andrea conserva ancora molti altri interessanti reperti e testimonianze del passato come il campanile trasformato più volte da torre campanaria a orologio e poi di nuovo a campanile o la Cripta di San Vito, di cui ho già raccontato in un precedente articolo.
Guglielmo Viti, Archeologo