Lingchi, “la morte dai mille tagli”, la terrificante esecuzione cinese

Era una pratica atroce che poteva durare anche molte ore

Il Lingchi (凌遲, 凌迟), è stato uno dei procdimenti di esecuzione più barbari che la storia ricordi, utilizzato fino al secolo scorso. La parola infatti è traducibile come “Processo lento o Morte dai mille tagli”.

La pratica è stata utilizzata per oltre 1000 anni, nascendo nel 900 d.C. e venendo abolita solo nel 1905.

L’esecuzione prevedeva che il condannato fosse legato ad un palo, ed il boia molto lentamente affettasse le sue carni con un coltello, asportando piccoli pezzi fino al sopraggiungimento della morte.

La vittima non spirava subito, ma dopo una atroce e lenta agonia. La morte sopraggiungeva per dissanguamento o arresto cardiaco a seguito del dolore inflitto. In tempi più “moderni” si usava somministrare dell’oppio sia per alleviare la sofferenza, sia per mantenere il condannato in vita più a lungo.

Era una pena che si applicava per gravi crimini, quali il tradimento o l’uccisione dei propri genitori. La pena aveva tre scopi: La pubblica umiliazione, la morte dolorosa e lenta e una punizione dopo la morte, visto che il condannato andava nell’aldilà con il corpo smembrato.

Storia e condannati celebri

Il Linghchi venne utilizzato per punire anche chi commetteva omicidi di massa oppure chi commetteva reati contrari ai valori del Confucianesimo. Ad esempio ne fu vittima il missionario francese Joseph Marchand, martirizzato nel 1835, poi canonizzato nel 1988 da Papa Giovanni Paolo II.

Gl Imperatori cinesi spesso ne abusarono, condannando a questa sevizia anche chi aveva commesso reati minori, magari perchè ritenuto scomodo a corte. Molti furono i membri delle famiglie nobiliari avverse che finirono al palo di tortura.

Non è ben chiaro come avvenisse l’esecuzione e con che tempistiche. Quello che è noto, è che il boia iniziava tagliuzzando braccia e gambe del condannato, per poi passare al torace e al volto. Venivano poi amputati i genitali e gli arti. Infine se la morte non era ancora avvenuta, si procedeva alla decapitazione o una pugnalata al cuore.

In alcuni casi, se il reato era minore, il boia poteva essere misericordioso e uccidere subito il condannato, smembrandolo successivamente per umiliarlo nella morte.

L’Imperatore Liao Tanzuodi fece largo uso di questa esecuzione, anche se ci sono memorie storiche che vanno nel periodo delle Cinque Dinastie. Una grande diffusione della pratica si ebbe anche sotto la Dinastia Song e gli Imperatori Ren Zong e Shen Zong. Tra le vittime degne di nota, oltre a Marchand, troviamo il funzionario cinese Liu Jin.

 

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