Comiso, il paese che non ti aspetti

Comiso, provincia di Ragusa. Tutti in Sicilia sanno che vicino a questa città di 30.000 abitanti c’è un importante aeroporto. Ma non tutti, sanno la grande storia che c’è dietro e sopratutto le bellezze artistiche e architettoniche che il luogo offre.

Ad aiutarci a scoprire Comiso ci ha pensato Maria Concetta Rizzo, guida turistica e la collaborazione del sindaco Maria Rita Annunziata Schembari, le quali ringraziamo profondamente per l’ospitalità riservata alla nostra testata. Per chi desiderasse fare una visita guidata di Comiso può chiamare la signora Maria Concetta al 339-3210945.

Comiso si identifica con l’antica Casmene, una subcolonia siracusana, le fonti che lo sostengono sono supportate da numerosi ritrovamenti archeologici. La città subì diverse dominazioni, da quella bizantina a quella araba, fino a quella spagnola. Il periodo di maggior importanza sembra viverlo sotto la signoria dei Naselli, che dura quasi 400 anni (1453-1816).

Fonte Diana

Il nostro giro ha avuto inizio dalla centrale piazza di Fonte Diana, ombelico di Comiso, vi ha sede il palazzo comunale e diversi palazzi settecenteschi, che ricalcano le architetture di quelli rinascimentali rasi al suolo nel terremoto del 1693. Altri edifici, come ad esempio il municipio, sono di epoca successiva, tra l’800 e il ‘900. Sopravvissuto al tempo e alle scosse telluriche, un meraviglioso porticato in stile barocco-siciliano.

Al centro della piazza sgorga un’antichissima fonte, attorno alla quale nacquero i primi nuclei abitativi della città. La sorgente oggi non è più visibile, scorre nel sottosuolo. La mitologia narra che la dea Diana adorasse bagnarsi in queste acque e rinfrancarsi dalle battute di caccia. Poco distante, in epoca romana, furono anche costruite delle terme, di cui oggi sono visibili i resti all’ingresso di via Calogero.

Santa Maria della Stella

Negli immediati pressi della piazza, si erge la maestosa chiesa di Santa Maria della Stella, dove è possibile ammirare diversi altari settecenteschi e tele dedicate a figure Sante. Per esempio di notevole interesse gli altari dedicati a Santa Monica, Sant’Antonio, Santa Rita. In tutto si contano ben 15 altari.

La chiesa ospita il fercolo di Maria SS. Addolorata, dellAltare del Crocifisso e della Teca del Cristo Morto. Si tratta di splendidi manufatti lignei, intarsiati e scolpiti, rivestiti di vernice dorata, in stile barocco rococò. L’Altare Maggiore è in marmo e lapislazzuli.

La Basilica, che è anche Chiesa Madre, di vaste dimensioni, si presenta con tre navate interrotte da portici. Il soffitto ligneo è affrescato ad opera di Antonino Alberti, detto il Barbalonga, importantissimo pittore italiano. Tra i vari artisti ed architetti che si occuparono della ricostruzione dopo il terremoto, bisogna sicuramente nominare Rosario Gagliardi, che fu uno dei maggiori esponenti del barocco siciliano.

Chiesa dell’Annunziata

Un’altra importante ed imperdibile chiesa di Comiso, è l’Annunziata. Questa basilica è scelta per i festeggiamenti della Pasqua, anch’essa si dispone in tre navate, divise da porticati e volte a cupola, finemente decorati da stucchi. Salta subito all’occhio l’elegante organo decorato da intarsi e motivi agresti, dono del Cavalier Antonino Caruso Comitini.

Un altare è dedicato a San Nicola, ed ospita una statua rappresentativa del XV° secolo, mentre una pala bizantina del 1500 campeggia sull’Altare dell’Assunzione, assieme a una recente statua di un giovane Don Bosco.Di pregevole manifattura anche il battesimale in marmo ed in bronzo, realizzato nei primi anni del ‘900.

Chiesa di San Francesco

Anche Comiso, come molte altre città italiane, ospita una chiesetta dedicata a San Francesco, il Santo Patrono d’Italia.

La chiesa è molto antica e risale sicuramente ai tempi in cui Comiso era un feudo dei Chiaramonte, anche se era dedicata a Sant’Antonio. Fu il conte Naselli a trasformarla nel ‘400, come la vediamo adesso ed ad erigere un mausoleo per se stesso e la propria famiglia all’interno della cappella costruita in ampliamento dell’edificio.

All’interno, oltre alla monumentale tomba del Naselli, vi sono una tela dell’Immacolata Concezione con paesaggi comisani pre-terremoto ed una pala che raffigura la Stimmatizzazione di San Francesco, del XVI° secolo.

Tra i tesori che questa chiesetta custodisce, anche un’opera del XVI° secolo che raffigura i santi Placido, Flavia e Donato, dipinta da un allievo del Perugino. Una tela della Crocifissione con Maria e San Giovanni, un dipinto di Sant’Antonio Abate attribuito a Mariano Rossi.

L’ex Mercato Ittico

Tra le architetture civili, una visita non poteva mancare all’ex mercato ittico, oggi sede del Museo di Storia Naturale e della Fondazione Bufalino, dedicata al noto scrittore.

Il Museo purtroppo non ci è stato possibile visitarlo a causa delle restrizioni imposte dal Covid-19, tuttavia abbiamo potuto ammirare l’enorme collezione di libri della biblioteca personale del poeta, aforista e scrittore Gesualdo Bufalino, che ospita circa 10.000 volumi, tra cui gli scritti originali dell’autore.

Altri siti di interesse

Altri luoghi che non abbiamo potuto visitare a causa dell’emergenza sanitaria o per situazioni di proprietà privata o restauro, sono la splendida chiesa di San Biagio, la ex chiesa della Misericordia, il Teatro Naselli ed il Castello dei Naselli-Aragona. Inoltre a Comiso è presente una delle pochissima Pagode della Pace in Europa.

Ce ne siamo andati da Comiso con un po’ di rimpianto per non aver avuto maggior tempo a disposizione, per essere capitati in un momento tanto infausto a livello nazionale; ma di una cosa siamo certi. Comiso non è solo l’aeroporto, Comiso è una città che nasconde centinaia di risorse turistiche e culturali, dietro cui si adoperano persone come Maria Concetta, che ci ha dedicato il suo giorno libero per portarci alla scoperta della sua amata cittadina.

 

 

 

 

 

 

 

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