Mons. Attilio Adinolfi il vescovo che si sacrificò per la rappresaglia
Uomo di poche parole, ma di grandi opere, fece ristrutturare le chiese pigliesi danneggiate dal terremoto
Mons. Attilio Adinolfi di Albano Laziale, vescovo di Trivento dal 1928 al 1931 e vescovo della Diocesi Anagni dal 1931 al 1945, si offrì vittima “per evitare la fucilazione dalla repressione dell’invasore” di 28 persone di cui tre cittadini di Anagni (Domenico Bacchetti, Giovanni Floridi e Aristotemo Tordente), e venticinque ostaggi di Piglio, rimasti indenni per il suo eroico e coraggioso intervento, (una targa marmorea situata nel liceo “Bonifacio VIII” di Anagni ricorda l’atto eroico di Mons. Adidolfi così definito il Vescovo della guerra).
Attilio Adinolfi nacque ad Albano Laziale il giorno 11 novembre 1885, fu ordinato sacerdote il 31 luglio 1908. Era laureato in Teologia, in Filosofia, in Diritto Canonico e Civile, per questo era Avvocato della Sacra Rota.
L’11 marzo 1928 fu consacrato Vescovo e, dopo un mese circa, il 15 Aprile entrò solennemente in Trivento, lungamente atteso, dopo due anni dalla tragica scomparsa del predecessore, e benevolmente accolto, come un vero dono di Dio.
In Diocesi rimase solo tre anni, allorquando fu trasferito alla sede di Anagni.
E’ giustamente ricordato: per il fervore eucaristico che lo spingeva all’adorazione quotidiana, standosene silenzioso e nascosto, in Cattedrale; per la grande devozione al Santo Rosario di Maria; per la continua elargizione di elemosine, fatta in stile manzoniano, cioè con “volto amico” e con “tacere pudico”.
Comunque perenne gratitudine gli è dovuta, ancor più, per la preziosa e inestimabile riscoperta ed apertura della Cripta, dopo averla riportata, da “orrido sepolcro” qual era diventata, al primitivo splendore di autentico gioiello di arte paleocristiana, rivisitato e ampliato in epoca longobarda, con i suoi due rari affreschi murali in stile bizantino, opera di esperti monaci brasiliani.
A Piglio, invece, dopo il suo insediamento alla diocesi di Anagni, Mons. Adinolfi, sapendo che tutte le chiese erano state lesionate dal terremoto del 13 Gennaio 1915 (che rase al suolo la città di Avezzano) ordinò nel 1934 all’Impresa Filippo Pacetti di Albano Laziale presente a Fiuggi Città per i lavori dell’Edificio Scolastico, di andare a Piglio a riparare tutte le chiese a cominciare dalla Collegiata Santa Maria.
Sarebbe opportuno che le Regioni Molise e Lazio, le città di Trivento di Piglio, di Anagni e di Albano Laziale che ha dato i natali a Mons. Adinolfi insieme ai tre pastori delle Diocesi, di Trivento, di Anagni-Alatri e di Albano Laziale si unissero insieme per ricordare mons. Adinolfi che si preoccupò affinché ai prigionieri ed ai loro familiari non mancasse mai il conforto della corrispondenza epistolare.
L’ospedale di Anagni fu durante tutto il periodo bellico testimone quotidiano della sua carità pastorale.
Il Vescovo si adoperò perchè le operazioni belliche fossero limitate al necessario, più volte parlò ai soldati dando loro sostegno ed ai poveri offrendo il necessario per vivere quando nel 1944 anche la diocesi di Anagni conobbe il martirio dei bombardamenti, seminatori di morte e distruzione.
Per capire la figura del vescovo Adinolfi basti ricordare il gesto di essere ucciso al posto di quelle persone, chiedendo poi un atto di clemenza, convincendo i tedeschi a non uccidere nessuno”.
Mons. Adinolfi morì poi in Anagni il 1° Settembre 1945 “in buon concetto di santità”.
Giorgio Alessandro Pacetti