La chiesa di Sant’Antonio di Filettino

Sorta fuori le mura era considerata una chiesa di campagna

 

Della chiesa di Sant’Antonio si hanno le prime notizie ufficiali dal XIII° secolo; era una delle tre chiese di cui disponeva il paese all’epoca ed era stata edificata al di fuori della cinta muraria.

Ci sono alcuni documenti storici che la menzionano, come ad esempio la rationes decimarum del 1274, la decima biennale del 1331-1333 e la successiva dei due anni seguenti, in cui furono versati 40 soldi, secondo le disposizioni indicate da Papa Giovanni XXII°.

Il parroco don Biagio, nominato nei documenti come “rettore” ed a volte “abate”, oltre a gestire S.Maria si dedicava a S.Antonio Abate,  nella decima del 1331-1333, dove furono versati 3 soldi. In tal occasione essa è menzionata come “Sant’Antonio de Serapiri”.

La chiesa viene definita “rurale” ed è posta sulla vecchia via Napoletana. L’origine del nome sembrerebbe derivare dalla strada che conduce al valico in Abruzzo, dedicato a Sant’Antionio per via di un’edicola dedicata al santo, di cui oggi non restano che alcune rovine.

Da questa edicola venne successivamente traslata (nel 1375) la statua di Sant’Antonio Abate e posta nella chiesa di campagna. Del manufatto in terracotta, sappiamo la storia grazie all’iscrizione posta al basamento che recita:

“Serra iuxta Regnum Neapolis hoc divi Antonii Abbatis simulacrum positum erat ad hanc ecclesiam translatum anno 1375”.

Circa 100 anni dopo, nel 1468 una nuova menzione della chiesa, nel testamento redatto il 10 gennaio da Miozia Cajetani, il quale decise di donare in eredità la cifra di 20 soldi affinché fosse restaurata; ed ancora nel 1581 è Annibale De Grassis, Vescovo di Faenza a lasciare testimonianza della sua visita, descrivendola.

Anche lo storico Pierantoni si è interessato all’edificio di culto, lasciando testimonianza scritta:

l’abbazia secolare di San’Antonio Abate, da tempo immemorabile porta questo titolo ed è divisa da altra, posta nella cima del monte nei confini del regno, presso il lago Fucino che dà il nome alla famosa Serra S. Antonio”.

Durante la seconda metà del diciassettesimo secolo nella chiesa venne istituita la “Cappellania di S.Monica”, dall’abate Vito Ottaviani, purchè tale beneficio fosse tramandato solo ai parenti che avessero preso i voti. Tra questi don Orazio Ottaviani, che nel secolo successivo fece istituire la festa di Sant’Antonio da Padova, che viene celebrata l’ultima domenica di agosto.

Nei primi anni del ‘900, gli allevatori di bestiame, che all’epoca era un mestiere ancora molto in voga, si riunirono nella chiesa per aderire alla neo costituita confraternita di Sant’Antonio da Padova, che accolse circa 80 di loro.

Sant’Antonio è dunque una delle sei chiese storiche di Filettino, un luogo di culto antico e venerabile, intriso della storia e della passione degli abitanti del paese.

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