Artisti romani a Filettino

Girolamo Pesci

Molti sono gli affreschi trasmessi a Filettino dal passato. Il Medioevo ha trasmesso gli affreschi della chiesa di S. Nicola (1230 circa), il Quattrocento gli affreschi della chiesa di S. Bernardino e il Cinquecento gli affreschi del vecchio coro della Collegiata. Nel Settecento abbiamo testimonianza a Filettino del pittore romano attivo in stile barocco, Girolamo Pesci, talvolta menzionato come Gerolamo Pesce.

Pittura medioevale, Angelo trombiettere, S.Nicola

Girolamo Pesci

Nacque a Roma nel 1679, dove morì nel 1759, secondo il Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani. Non sono noti i nomi dei genitori; una famiglia Pesci, originaria di Città della Pieve, si era stabilita a Filettino, presso Frosinone, dove Pesci eseguì alcune pale d’altare per due luoghi di culto.

Studiò per otto anni presso Carlo Maratta, da cui apprese il disegno corretto e la composizione equilibrata, per poi passare alla scuola di Francesco Trevisani, dal quale imparò una cromia insolita, con accostamenti inaspettati che furono il tratto distintivo della sua produzione pittorica.

Probabilmente grazie a Maratta, nel 1704, Pesci eseguì l’affresco per il soffitto della sagrestia di S. Onofrio, citato da Nicola Pio e datato dallo stesso erroneamente al 1724, con S. Onofrio la Fede, la Speranza e la Carità dove si nota un’impaginazione dinamica, giocata sulle diagonali, ravvivata da un colore piacevole. Forse di quel periodo è l’Autoritratto, ora al Museo Nazionale di Stoccolma, dipinto per Nicola Pio, suo più importante biografo. Ancora sostanzialmente marattesca si rivela la Madonna con Bambino che appare ai SS. Fabiano e Sebastiano, eseguita nel 1713 per la chiesa della Confraternita dello Santo Spirito a Carignano. Nello stesso anno il cardinale Pietro Ottoboni, conosciuto per mezzo di Trevisani, espose all’annuale mostra nel chiostro di S. Salvatore in Lauro, la serie con il Salvatore, la Vergine e gli Apostoli, tra i quali il S. Barnaba di Pesci.

Zagarola, Immacolata Concezione

Tra il 1714 e il 1724 Pesci licenziò la pala con S. Teresa d’Avila, S. Francesco Saverio, S. Carlo Borromeo per la chiesa dei Padri di S. Bernardo a Torino, dispersa, ma citata da Nicola Pio, e inviò in Inghilterra una Madonna, oggi a Oxford, e Il bagno di Callisto, a Wilton. Nel 1716 fu accolto tra i membri dei Virtuosi al Pantheon. Incerta, ma circoscrivibile ai primi anni Venti del Settecento, la datazione delle due pale d’altare per S. Maria delle Grazie a Zagarolo (Roma), con l’Immacolata Concezione con S. Agostino e S. Giovanni Evangelista e i Santi Giuseppe, Anna e Domenico e il monogramma mariano.

Il Pesci ha lavorato anche a Filettino, dove si conservano due suoi quadri su tela, di notevoli dimensioni. Il primo è nella chiesa parrocchiale di Maria SS. Assunta in cielo, posto sull’ altare maggiore. La datazione va posta agli anni precedenti il 1723, in quanto viene ricordato negli atti della visita pastorale fatta in questo stesso anno a Filettino dal vescovo di Anagni Giovanni Battista Bassi. Trenta anni dopo la morte del pittore, il poeta Arquati, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, ne cantava in versi la bellezza nel suo poemetto a p. 15.

D’essi (altari) il maggior, ov’è formato il coro,

ha nel quadro l’Assunta, che dal Pesce

venne dipinta con gentil lavoro.

Filettino, Maria Assunta

Nella parte superiore del quadro, la Vergine è tesa nel classico atteggiamento del volo verso il cielo. La mano sinistra sembra uscire dalla tela; la veste è rosa con colori vari e sfumature mentre il manto tende al turchino. Ha le mani allargate, con le palme volte all’insù, lo sguardo verso l’alto. Tutto intorno una gloria di angeli che accompagnano festanti l’ascesa della madre di Dio. In basso gli apostoli: Alcuni seguono ammirati il volo della Madonna, altri – e tra questi S: Giovanni, riconoscibile dal volto giovanile – guardano meravigliati il sepolcro vuoto da cui esce un panno con le tradizionali rose, qualcuna caduta anche per terra.

Un altro quadro del Pesci si trova nell’oratorio della SS. Trinità, in Via G. Marconi (Via del Canalone o dei Colli Santi). Il quadro comprende due scene: in alto la persona di Dio Padre che indica con la mano la persona di Gesù, con in mezzo lo Spirito Santo, sotto forma di colomba appena visibile per la perdita dei colori. In basso si vedono San Francesco d’Assisi a destra e San Nicola di Bari a sinistra; al centro dei due santi sono due putti, uno dei quali regge un pastorale; al centro del quadro appaiono tre angioletti.

L’Arquati lo ricorda con questi versi:

Un bel tempietto d’ammirarsi degno

è la cappella della Trinità,

ove del Pesce v’è l’arte e l’ingegno.

SSTrinita,Filettino

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