A tutela della memoria storica

     “Il Dialetto di Ponza” di Antonio Gabrieli

La nostra memoria è una combinazione di memoria individuale e memoria collettiva, le due sono strettamente intrecciate. La storia è memoria collettiva, anche la lingua è memoria collettiva.

Rubare la vera storia è un crimine, quando questa viene rubata, o riscritta non siamo più in grado di sapere chi siamo. Quando la lingua “naturale” di una popolazione – il dialetto – viene defraudata per un nuovo strumento linguistico, perde il contatto con il suo mezzo d’espressione più antico, diviene del tutto incapace di riconoscersi nelle proprie tradizioni: come potrà allora affermare la propria identità?

L’italiano, la lingua matrigna, è stata imposta a suon di bacchettate sulle mani, umiliazioni e falsità. Non c’è nulla di naturale nello spingere i genitori a non parlare la loro lingua madre con i propri figli. Decisioni interamente politiche ed ideologiche che hanno umiliato generazioni di bambini, portando alla morte della diversità linguistica nel nostro paese che ben poco ha in comune con la “morte naturale”.

I maestri elementari: “poli culturali d’eccellenza”

I maestri elementari “nell’azione didattico – educativa hanno sempre tenuto come punto di riferimento il rispetto della persona, l’educazione a tale rispetto da parte di ognuno, grande o piccolo che fosse, al di sopra di ogni discriminazione sociale, culturale, etnica, religiosa”, come il maestro Bernardino Pulcini afferma nel suo bel libro sulla scuola aggiungendo che vorrebbe ritornare nell’ ambiente scolastico “perché io e gli altri colleghi abbiamo la fondata pretesa di essere utili, col nostro entusiasmo e con la nostra esperienza, in questo periodo di crisi dei valori e delle istituzioni, in questo periodo in cui la persona è avvilita e mortificata.”

A quante generazioni il Signor maestro ha insegnato la lingua italiana e, una volta in pensione, si è dedicato alla tutela della memoria storica della propria comunità? Tra i tanti intendo ricordare il maestro Antonio Gabrieli con il suo libro “Il Dialetto di Ponza” per avere studiato e raccolto per le generazioni future il patrimonio del dialetto di Arcinazzo, a testimonianza del bisogno di conservazione dell’identità della sua comunità, della storia e dei ricordi. La riscoperta del dialetto rappresenta una componente importante della riscoperta delle proprie radici e la valorizzazione del dialetto è un’importante condizione per la valorizzazione delle risorse.

La passione e l’amore immenso per il proprio paese, una lunga, diligente ed attenta ricerca, hanno reso possibile al maestro Antonio Gabrieli la realizzazione di questo studio-lavoro per il proprio paese, che raccoglie informazioni e conoscenze dell’autore unitamente al paziente aiuto dei compaesani, alcuni dei quali non sono più nella comunità.

Dopo un’accurata analisi fonologica e morfologica si entra nel vivo della comunità grazie all’Antologia dialettale che vivifica alcune tradizioni ponzesi ormai perdute (La ‘Ncaociata, I Cunzi, I Cianciallotti, La Curisposta, La Locca, I Zuffitegli…) all’ elencazione di Alcuni Giochi infantili, di Dolci e Piatti ponzesi, di Espressioni caratteristiche, Proverbi e filastrocche, Toponomastica, per finire con un dizionario arricchito da interessanti richiami etimologici e con un eccellente album fotografico che illustra, tra l’altro, vecchi utensili da cucina.

Dalla lettura scaturisce un ritratto vivo della comunità ponzese attraverso il suo dialetto, che certamente – come sperava il maestro Antonio, “che possa diventare motivo di ripensamento e stimolo, per i nostri giovani, ad uno studio approfondito sull’attuale lingua parlata e soprattutto desti il loro interesse a ritrovare “amore”, proprio attraverso una più chiara conoscenza del nostro dialetto, per una sempre più corretta espressione della nostra lingua madre.”

Grazie, caro maestro Antonio, che tra i tanti riconoscimenti avuti sei stato premiato come “polo culturale d’eccellenza” dall’Inars Ciociaria durante la Festa del Maestro Ciociaro del 1 ottobre 2005.

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