A Olevano riposa il pittore dei misteri perduti

Franz Theobald Horny

C’è un paese nei Monti Prenestini ritratto nelle opere di una scuola di pittori del nord Europa che ha seguito una lunga tradizione durata fino ai giorni nostri. Stiamo parlando di Olevano Romano, una delle celebri mete del Grand Tour in Italia. La storia di questo magico “amore per i Monti Prenestini” nasce nel XIX secolo quando diversi artisti visitarono Olevano Romano e le aree circostanti.

Franz Horny Vista di Olevano

Gli artisti si avventuravano al di là delle mura romane spinti dalla calura estiva, dal colera e dalla malaria, richiamati soprattutto dai piccoli centri a 50-70 km da Roma, con il loro bellissimo paesaggio, col clima più fresco e con persone gentili nei loro costumi tradizionali. Le mete preferite di questi erano i Monti Prenestini e Sabini con i borghi di Olevano Romano, Bellegra (già Civitella) e Subiaco. Qui, pensioni, modelli, cibo e vino avevano un costo inferiore rispetto a Roma.

Franz Horny in un disegno del 1820 di Carl Christian Vogel von Vogelstein

Un romantico alla luce dell’Italia”

Tra i tanti che amarono Olevano tanto da stabilirvisi con la moglie come il danese Edward Falkner Murphy o sposare una del luogo come l’austriaco Joseph Anton Koch, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo, vogliamo qui ricordare un giovane tedesco del romanticismo, Franz Theobald Horny, che venuto a Roma con il suo mecenate nel 1816 fu posto come studente nello studio di Joseph Anton Koch, dove rimase fino al 1817 e durante questo periodo fu nei circoli artistici tedesco-romani intorno al suo insegnante come rappresentante del paesaggio ideale classico da un lato e intorno al Nazareni come Peter von Cornelius e Julius Schnorr von Carolsfeld dall’altro.

Donne al pozzo di Franz Horn

Il pittore dei misteri perduti

Horny lavorava principalmente come paesaggista. Nel 1818 venne alla luce per la prima volta la sua malattia di tubercolosi. Si ritirò allora ad Olevano, ma andava spesso a Roma. Dall’autunno del 1822 visse stabilmente ad Olevano, dove morì dopo una grave sofferenza nel 1824 e dove è seppellito nella chiesa di San Rocco.

Nelle memorie manoscritte di don Giovanni Rocchi, arciprete di Olevano tra il 1812 e il 1847 si parla del nostro giovane pittore. Secondo la ricostruzione del parroco, per acquistare indulgenze conformemente a quanto stabilito da una bolla pontificia del tempo, fece dipingere dal “pittore figurinista Signor Francesco tedesco le di cui ceneri esistono sotto la lapide in marmo che trovasi nel pavimento della Chiesa di S. Rocco” (ossia di Franz Theobald Horny) 15 tavolette rotonde rappresentanti i Misteri del Rosario che vennero poste sulle colonne dell’allora esistente cappella della Madonna del Rosario, in sostituzione di quelle realizzate in epoca rinascimentale da Mastro Oliviero di Ponza. Di simili meraviglie Olevano non conserva più traccia come di altri manufatti scomparsi tra l’indolenza collettiva.

Olevano Romano 1820

Dopo la morte

Dopo la sua morte, Horny è stato sempre menzionato insieme a Carl Philipp Fohr , sottolineando la particolare chiarezza della concezione paesaggistica dei due artisti prematuramente scomparsi. Inoltre, Horny ha avuto un forte impatto sulle concezioni artistiche dei Nazareni, ma con il suo lavoro ha conquistato una posizione propria grazie all’inventiva grafica dei suoi disegni e all’uso suggestivo della linea e del colore come elementi di design. Così facendo, però, era più attaccato al paesaggio ideale e meno allo studio della natura.

Nel 1998/99, in occasione del duecentesimo compleanno di Horny, la Hamburger Kunsthalle, in concomitanza con le collezioni d’arte di Weimar, ha presentato una mostra intitolata “Un romantico alla luce dell’Italia”, che ha mostrato per la prima volta l’opera completa dell’artista in una selezione concentrata.

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