Premio a Cristian Izzo

Per il suo testo “L’Antivergine”

Nell’anno del senza-teatro Cristian Izzo, stabiese doc, è stato costretto dalla pandemia a stare fermo, a interrompere le sue performance all’estero. In questo spazio sospeso lo scrittore, regista e attore internazionale non può smettere di vivere, pensare e creare il teatro. Si è impegnato così nel corso dell’anno a scrivere testi teatrali che auspichiamo si possano realizzare in un prossimo futuro, perché nelle invenzioni drammaturgiche è contenuta la prima speranza del teatro e il suo futuro. Uno tra questi testi, “L’Antivergine”, ha partecipato ad un bando ed ha ottenuto il Premio “Nuove Sensibilità 2.0” sabato 19 dicembre 2020.

Teatro Pubblico Campano e le “Nuove Sensibilità 2.0”

Il Teatro Pubblico Campano, diretto da Alfredo Balsamo, nella doverosa e sensibile considerazione di questo particolare transito storico, ha voluto fortemente istituire, attraverso “Nuove Sensibilità 2.0”, un vero e proprio fondo economico che motivi e protegga la produzione e la permanenza delle idee, per indicare che, nonostante tutto, si può e si deve pensare e creare. In un prossimo e auspicato futuro si potranno realizzare anche i pensieri e le creazioni, oggi raccolti, letti e premiati.
“Siamo orgogliosi – sottolinea Alfredo Balsamo – di aver proposto a giovani autori di cimentarsi con la scrittura teatrale. Il ruolo del Teatro Pubblico Campano in fondo è questo: dare vita al teatro, insomma mettere al mondo il teatro. Chi lo scrive, se poi è giovane come chi ha mandato a noi i propri lavori, non solo fa vivere il teatro ma ne progetta il futuro”.
Oltre novanta testi per il teatro di domani sono stati letti e giudicati da un gruppo di protagonisti della vita culturale campana, la Giuria, composta da Isa Danieli – Enzo Moscato – Paolo Coletta – Claudio Di Palma – Valeria Parrella – Marzia D’alesio – Linda Dalisi – Michele Mele ed Emanuele D’Errico. Sono stati scelti e premiati dieci testi.

“L’Antivergine” di Cristian Izzo tra i dieci testi premiati

Nella sera di sabato scorso ciascun giurato ha presentato ciascuno dei testi pervenuti alla Giuria.
Il coordinatore didattico della Scuola per attori del Teatro Nazionale di Napoli, Claudio Di Palma, ha presentato il testo dell’ L’Antivergine di Cristian Izzo, leggendone prima alcuni versi.
“Non nascondo un po’ di emozione, nel sentire per la prima volta i pochi versi tratti dall’opera, recitati da Claudio di Palma” , ha dichiarato Cristian Izzo.
“In una scrittura di versi irregolari, l’Antivergine, restituisce i giusti suoni per il racconto di una storia eterna una scarrafonessa e un popolo di blatte ribattono le vicende umane e gli uomini subiscono l’interminabile sacrificio della morte, vittime designate di un singolare peccato originale, la nascita di Cristo. Prende forma di testo un’invettiva lunga che sa snodarsi con lingua aspra lirica blasfema con risonanze già avvertite mosse però da un’ispirata autonomia. L’articolata scansione ritmica si fa interprete di una provocazione forte un po’ forzata che rivela un moto autentico però e l’abilità di codificare uno sfogo istintivo.”

Complimenti al Teatro Pubblico Campano per l’iniziativa dedicata a giovani autori teatrali e complimenti per il premio ricevuto all’autore che nel passato mi aveva onorato della lettura in anteprima del lungo monologo della Sacerdotessa del Tempio degli Scarrafoni, quell’atto unico breve e fulminante, dissacrante e blasfemo. Capace di mettere a disagio lo spettatore credente perché tutto è cristiano in Occidente, ma anche lo spettatore ateo perché pensa cristianamente come tutti, anche se gli dei stanno uscendo ed altri dei non sono ancora entrati.
La Scarrafunessa è l’Antipietà, Natura nichilista a confronto con un’altra mamma, Maria Vergine, icona del materno amore come il figlio icona dell’umano, dal cui esempio di maternità quanti danni sono derivati. La decadenza e la degradazione possono essere valutate dalla quantità di rifiuti che sono arrivati alla Scarrafunessa da scarrafune a scarrafune. E lei può parlare e la storia viene snocciolata attraverso il nichilismo: Bene e male non esistono, la violenza è il linguaggio dell’essere e ‘o Scarrafone s’add’a fa Scurpione! La nuova morale va imposta, va forgiata col fuoco, bisogna far morire lo scarrafone vecchio per l’Essere supremo, per la nuova razza. E’ il Superuomo di Nietzsche o meglio l’oltreuomo, il nuovo tipo di uomo capace di accettare la dimensione dionisiaca dell’esistenza, sopportare la morte di Dio e delle certezze assolute.

“L’Antivergine” non è solo il risultato naturale di liberazioni sofferte comune a tutte le opere precedenti, a principiare da “Sala Operatoria” con Massimo Masiello, scritto diretto e interpretato da Cristian Izzo a soli 23 anni, è anche la ripresa raffinata del suo poema “Scarrafunera” a cui sono molto legata. Quest’ultima opera infatti ha rappresentato l’occasione che mi ha permesso una conoscenza virtuale con l’autore ed uno scambio di opinioni sull’arte, in particolare sul teatro napoletano e sul teatro indipendente. Quell’universo di una tana di scarafaggi acquista una dimensione epica e tragica: è la visione della vita e del teatro di chi crede nel teatro come pezzo della vita reale, di una comunità che si muove insieme perché riflette sempre su se stessa in modo creativo.

 

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