Il Cesanese di Olevano Romano

Un antico vitigno autoctono

Tutte le regioni italiane producono vino e in ognuna di queste si coltivano da lungo tempo interessanti vitigni banalmente definiti “minori” che solo negli ultimi due decenni sono stati riscoperti e valorizzati, come il Cesanese. Proprio per promuovere questo antico vitigno autoctono è stata istituita con Delibera di Gunta Regionale del 28 settembre 2007 la Strada del vino Terra del Cesanese di Olevano Romano.

Il Cesanese

Il Cesanese è il vitigno autoctono a bacca nera che meglio rappresenta la vitivinicoltura del Lazio. Le sue origini sono incerte, anche se si è propensi a ritenere che sia nato in tempi antichi sulle colline che circondano Roma.
È descritto in vari Bollettini Ampelografici del secolo scorso e citato dall’Acerbi (1825) che lo descrive come «…Cesanese, atto a produrre un vino generosissimo, con acini sferoidi, azzurri nerastri». Lo studioso Di Rovasenda ne affermava una sostanziosa presenza nelle campagne romane verso la fine dell’Ottocento, dove veniva chiamato – così come in epoche più recenti – con i sinonimi Bonvino Nero, Nero Ferrigno e Sanguinella.
Un tempo il Cesanese era apprezzato, un po’ ovunque nel Lazio ma soprattutto a Roma, come vino dolce – leggerino e più o meno frizzante, a seconda dei gusti – che veniva in genere abbinato alle crostate di frutta o ai dolci di pasta frolla con marmellata. Per fortuna di recente questa “usanza” si è progressivamente perduta e il Cesanese ha cominciato ad apparire sulle tavole dei romani, e anche fuori dai confini regionali, come un gran bel vino rosso secco, fermo e di buona struttura.

Due biotipi di Cesanese

Si distinguono due biotipi principali di Cesanese: quello comune, diffuso in varie località del Lazio, e quello di Affile che invece ha una presenza limitata alla provincia di Roma e, in prevalenza, al comune omonimo. Differiscono per alcuni e poco marcati tratti morfologici, mentre a livello genetico sono assolutamente simili.

Vite-Cesanese

Con questi due biotipi hanno origine due vini Doc e uno Docg, in zone di produzione unite tra loro che si trovano a est dell’area dei Castelli Romani, tra le province di Roma e Frosinone: i primi due sono il Cesanese di Affile e il Cesanese di Olevano Romano, mentre il Cesanese del Piglio, già riconosciuto con la Doc nel 1973, ha ottenuto nel 2008 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita.

Cesanese di Olevano Romano

Olevano Romano è il comune che dà il nome alla Doc, che si estende anche nel territorio del comune di Genazzano, entrambi in provincia di Roma. Si tratta di una zona collinare ai piedi dei Monti Simbruini che si estende fino alla Valle del Sacco; i suoli prevalenti sono di carattere composito, con buona presenza di vulcaniti e marne argillose e calcaree.
Nell’elenco dei vini premiati dal Gambero Rosso con i Tre Bicchieri 2020 inserisce il Cesanese di Olevano Romano Silene 2017 di Damiano Ciolli.

Vigneti di Damiano Ciolli

Secondo Slowine di Slowfood, sono due i produttori di riferimento nel territorio: Damiano Ciolli e Marco Antonelli. Buoni anche i Cesanese di Riccardo Reale, l’Olevano Romano Neccio o quello di Càlitro. Nella batteria dei Cesanese di aziende agricole a conduzione familiare emerge Proietti e Alberto Giacobbe chiude la serie.
Per chi voglia conoscere tutti i produttori del Cesanese di Olevano Romano basta consultare il sito http://www.terradelcesaneseolevanoromano.it/index.php/vino-cesanese-di-olevano-romano/i-produttori  della Terra del Cesanese Olevano Romano, che, oltre all’ indirizzo delle numerose aziende agricole e della Cooperativa Cantina Sociale, fornisce anche il luogo dove acquistare una bottiglia di vino rosso succoso di grande stoffa.