Le teste magiche di Anagni

Anagni conserva molte testimonianze della sua essenza magico-misteriosa. Ho già scritto in passato come Anagni sia stata sempre nella storia una città sacra fin dalla preistoria conservando simboli legati al mondo soprannaturale e scaramantico che si svilupparono soprattutto nel medioevo.

Uno di questi simboli, praticamente sconosciuto e nascosto, sono le “Teste Magiche” o “Teste parlanti”. Incastonate nei muri delle case, in posti inaccessibili, si trovano teste in marmo sia medioevali che molto più antiche che solo con molta attenzione e con l’aiuto di una guida è possibile trovare e di alcune delle quali mostro alcune foto.

L’origine e lo scopo di queste teste hanno una storia particolarmente curiosa ed unica. Risale alla preistoria, al culto delle “têtes coupeés”. Ci raccontano gli storici antichi come Strabone , Diodoro Siculo, Plinio il vecchio che era uso fra le popolazioni cosiddette barbare, come i Celti,  mettere come trofei le teste tagliate dei nemici su pali e questo perché in tal modo si assorbiva il coraggio, la forza e il valore del combattente ucciso, incamerandone l’identità, infatti la testa è il luogo più alto del corpo, quello che differenzia gli uomini.  Anche nella tradizione cristiana esiste una particolare attenzione sull’importanza della testa come nella storia di San Giovanni Battista o nelle reliquie di molti santi le teste erano considerate strumenti apotropaici contro le emicranie.

Plutarco definisce la testa umana “ immagine del mondo”. A Roma il luogo più sacro era il Campidoglio il cui nome deriva da Capitolium = testa, perché in quel luogo durante la costruzione del tempio di Giove fu trovata una calotta cranica. Come non ricordare anche il Golgota (cranio) il luogo della crocifissione di Cristo, dove secondo la tradizione fu inumata la testa di Adamo. Ricordo che in epoca recentissima era uso a Napoli “adottare” dei crani a cui si chiedevano grazie o interventi miracolosi.

Da questa lontana tradizione deriva il mito medioevale delle Teste Magiche o Teste parlanti, infatti era uso rivolgersi a teste mummificate o crani per ricevere profezie o avere aiuto nelle avversità. Lo storico Franco Cardini ritiene che la denominazione di “Testa Magica” derivi da racconti di epoca ellenistica ripresi in epoca medioevale in testi che riportavano le testimonianze dei Cavalieri Templari e riguardanti strani rapporti magico-rituali. Anche nella letteratura più recente come nel Don Chisciotte di Cervantes il famoso cavaliere vide una di queste teste e la ritenne un’opera di magia; l’autore stesso dichiarò di aver visto una di queste teste a Madrid.

Si racconta che esistevano dei veri e propri automi, macchine create dall’uomo, a forma di testa che rispondevano alle domande creando stupore e paura fra il popolo. Esistono fonti arabe ed ebraiche che raccontano di antichissime teste parlanti, citate nella Bibbia, probabilmente mummificate, che erano state preparate seguendo regole dettate dall’astrologia.

Numerosi sono i racconti e le leggende legate a queste teste, tutte inerenti una loro funzione magica ed esoterica. Ritengo, considerato quanto premesso che, le Teste Magiche di Anagni avessero proprio una funzione apotropaica, di portafortuna, scaramantica contro eventuali calamità. Non importava che fossero viste o fosse possibile toccarle, anzi, l’importante era che ci fossero. Mi piace ricordare come, sempre in Anagni, San Tommaso d’Aquino “inventò” un potente talismano contro i fulmini, un curioso cruciverba, la Croce di San Giacomo, ancora visibile nella chiesa omonima.

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A cura di   Guglielmo Viti , Archeologo

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