Le Fraternità O.F.S. di Piglio e di Paliano hanno festeggiato la Patrona Santa Elisabetta D’Ungheria

Le sorelle della Fraternità Francescana di Piglio e di Paliano O.F.S. (Ordine Francescano Secolare) hanno festeggiato Martedì 17 Novembre 2020 alle ore 16,00 Santa Elisabetta, Patrona dell’Ordine francescano, con una Santa Messa che è stata officiata nella chiesa di San Lorenzo dall’Assistente spirituale padre Angelo Di Giorgio, che ha illustrato, nell’omelia, le virtù e i carismi della Santa Patrona, invitando le consorelle a seguirne le sue orme.
Durante i festeggiamenti della patrona Santa Elisabetta D’Ungheria P. Angelo ha ricordato anche la figura del Ven. P. Quirico Pignalberi uomo di preghiera e di penitenza.
La cerimonia semplice, ma densa di spiritualità francescana, di preghiera, di partecipazione attenta e commossa da parte dei fedeli che hanno rinnovato nell’animo dei presenti lo spirito di adesione al vangelo seguendo l’esempio di san Francesco d’Assisi.
Questi momenti si rivelano preziosi, arricchiscono la gioia dell’incontro, rafforzano il senso di appartenenza, approfondiscono le relazioni e concretizzano la bellezza di essere “comunità” unita dagli stessi scopi nell’impegno di conoscere e vivere il vangelo e contribuire, come tutti gli uomini di buona volontà, a costruire un mondo più fraterno secondo lo spirito francescano di pace, umiltà, purezza di cuore, rispetto del creato, sobrietà amore per Gesù “povero e crocifisso”.
Anche la fraternità di Palestrina (Rm) ha festeggiato Santa Elisabetta con una grande testimonianza di carità con una raccolta di prodotti per l’igiene personale e della casa da devolvere a favore dei più bisognosi. L’iniziativa dell’Ordine francescano secolare di Palestrina ha riempito di gioia tutte le fraternità francescane del Lazio e chiede di essere vicini ai poveri della porta accanto come è stata la loro Patrona Santa Elisabetta d’Ungheria.
Un po’ di storia:
Elisabetta morì a soli 24 anni il 17 novembre del 1231. Ma la sua fama ed il suo culto si espansero rapidamente anche per i numerosi miracoli attribuiti alla sua intercessione.
La sua tomba divenne ben presto meta di pellegrinaggi e di guarigioni.
Corrado di Marburgo ne propagò la fama, esaltando in lei, principessa, che era vissuta nella povertà e nella carità l’esempio di nuova spiritualità che poteva essere seguita da altre nobildonne.
Il processo di canonizzazione promosso principalmente da Corrado andò avanti speditamente.
I miracoli attribuiti a lei non mancavano. Numerosissime poi furono le testimonianze di persone che giurarono sulla santità di Elisabetta. L’insieme dei documenti agiografici su di lei è, a detta degli studiosi, uno dei più ricchi dell’Europa medievale e si può dire che lo studio della personalità, della spiritualità e santità di Elisabetta non è ancora stato dichiarato esauriente.
Fu iscritta nell’albo dei santi e delle sante a Perugia dal papa Gregorio IX, in occasione della Pentecoste del 1235.
Il culto della neo santa si estese rapidamente. La sua tomba continuò ad essere meta di pellegrinaggi. Numerose poi furono le congregazioni religiose femminili specialmente Terziarie Francescane, che si ispirarono ad Elisabetta d’Ungheria. Anche se, come attesta qualche studioso, Santa Elisabetta nonostante la sua grande devozione a san Francesco non si iscrisse a nessuna delle famiglie religiose scaturite dal carisma del Santo di Assisi”.
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Giorgio Alessandro Pacetti

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