Plenilunio magnifica cornice per Halloween

Halloween è solo “dolcetto o scherzetto”?

Grandi zucche forate illuminate dall’interno, scheletri e cupe figure incappucciate, risate agghiaccianti e un ritornello ossessivo: “Dolcetto o scherzetto”? E’ questo Halloween? Solo una moda, una festa, una nuova consuetudine che si è imposta in Italia negli ultimi anni, grazie anche alla persuasività di cinema e televisione?

Ormai la festa di Halloween è entrata anche nel mondo della scuola: non pochi sono gli istituti scolastici, dalla scuola primaria a quella superiore, dove gli insegnanti fanno festa insieme ai bambini, tra giochi e disegni. E’ entrata perfino nelle chiese, durante la messa, negli anni permissivi aperti al modernismo, in cui anche l’agenzia cattolica Zenit, confondendo il capodanno celtico con la festa di Ognissanti, proclamava: “Non bisogna temere l’Halloween cattivo, e per questo bisogna conoscerlo bene. Si può far festa ad Halloween, ricordando che cosa questo giorno abbia significato per secoli e cosa voglia ancora oggi testimoniarci. Halloween va salvata: le va ridato tutto il suo antico significato, liberandola dalla dimensione puramente consumistica e commerciale e soprattutto estirpando la patina di occultismo cupo dal quale è stata rivestita.”

Samhain, la ritualità celtica precristiana alle origini di Halloween

La festa di Halloween, la notte del 31 ottobre, è antichissima per quanto in Italia la conosciamo e la festeggiamo da relativamente pochi anni. Ha origini irlandesi pre-cristiane, Samhain nacque per celebrare il fuoco con una festa che simboleggiava la transizione tra la stagione della luce e quella del buio invernale. Nel passaggio tra la luce e il buio i Celti credevano che si attivasse anche il passaggio tra il mondo dei vivi e quello dei morti e temendo di essere trascinati nell’aldilà usavano travestimenti particolari per confondere i demoni.

La festa di Halloween negli Stati Uniti e devianze religiose

Gli spiriti inquieti, i vampiri e gli onnipresenti zombi che invadono le strade americane ogni 31 ottobre potrebbero pensare che Halloween sia solo un divertimento spettrale. Ma fin dagli anni Settanta la vera paura ha preso il sopravvento. I media, i dipartimenti di polizia e i politici iniziarono a raccontare un nuovo tipo di storia dell’orrore di Halloween – sulle caramelle avvelenate.

Lo spavento delle caramelle di Halloween iniziò nel 1970. Un editoriale del 28 ottobre 1970 sul New York Times suggeriva la possibilità che estranei usassero la tradizione del “dolcetto o scherzetto” di Halloween per avvelenare i bambini. Nessun evento reale spiegava questa paura: era guidata da ansie sociali e culturali. E c’è una lezione in questo sul potere delle voci in questo giorno di dark fantasy.

Oggi la maggioranza degli americani, di tutte le età, vede Halloween come un’opportunità per celebrare l’eccesso, una sorta di oscuro Martedì Grasso .

Ma alcune chiese cristiane, specialmente quelle frequentate da evangelici conservatori, continuano a dichiarare ogni anno una sorta di “ guerra ad Halloween”. Molti evangelici, nella loro descrizione, vedono la festa come una celebrazione dell’occulto, spesso visto nella loro visione religiosa del mondo come connesso a un Satana molto letterale.

Poi qualcun altro ha cominciato a porsi qualche dubbio, a parlare di “devianze religiose” e di “derive spiritualistiche”, di “una festa importante per i satanisti”, “anticamera verso percorsi esoterici” “c’è stata una palese modificazione della verità: da festa religiosa, Halloween è diventata un prodotto commerciale basato sull’horror banalizzando argomenti sacrali come la vita, la morte e il rapporto con l’Aldilà” in un osceno sincretismo massonico, dove si esalta il “Signore della morte Samhain” per mettere al bando le celebrazioni di santi, martiri e defunti. Al punto che si è arrivati al divieto di festeggiare Halloween 2013, e si parlò anche di scomunica del vescovo, almeno in Emilia Romagna.

Intanto se in Italia, Paese cattolico, le zucche vuote continueranno a festeggiare streghe e diavoli, viene da chiedersi: perché le facce sono tinte di nero nelle feste di Halloween, in particolare negli Usa, dove questa festa si è particolarmente sviluppata?

Blackface

La cultura dominante

La blackface è semplicemente appropriazione culturale che accade quando la cultura dominante travisa elementi di un gruppo soggiogato. Così i neri sono stati presentati come ignoranti, impertinenti e pigri nel corso della storia americana: i cantanti sono stati ampiamente utilizzati per presentare stereotipi negativi degli afroamericani per un pubblico prevalentemente bianco. Interpreti bianchi con la “faccia nera”, per l’intrattenimento. Appena gli afro-americani sono stati in grado di ottenere l’accesso al settore dello spettacolo, anche loro si vestono in blackface, ma con minore retribuzione delle loro controparti bianche. Esempio lampante di oggi: Trinidad James, il rapper nero superimitato.
A volte l’appropriazione culturale passa attraverso prestazioni stravaganti o pornografiche come nel caso di Lady Gaga o di Miley Cyrus, con i suoi ballerini neri, caricature culturali alimentate dall’ignoranza giovanile. E’ questo il significato delle facce tinte di nero di Halloween, festa che negli Stati Uniti si è vestita di arancione, in linea con la nuova serie televisiva Orange is the new black, niente altro che un mix vincente di carcere, sesso, omosessualità e violenza: i costumi arancione come la divisa delle carceri e le facce nere sono pronti per l’esibizione delle star nei party faraonici di Halloween per essere divulgati e imitati dalla Millennium Generation.

Ma noi che cosa abbiamo a che fare con questa tradizione tutta americana?

Le nostre Celebrazioni di Ognissanti e dei Defunti – al di là del significato puramente religioso – poggiano su un diverso substrato culturale, legato al mondo etrusco e romano dei Lares e dei Manes, gli spiriti protettori degli antenati defunti celebrati nelle Feste delle Lemurie di maggio, spiriti che vegliavano sul buon andamento della famiglia, della proprietà o delle attività in generale. Per loro il pater familias compiva dei riti con 9 semi di fava, legume considerato sacro per suoi fiori bianchi segnati dalle impronte dei morti e che serviva nei banchetti funebri, rimasto ancora oggi nelle tradizioni locali legate ai defunti come “zuppa dei morti” o “le fave dei morti”.
Forse che un progetto perverso ci spinge lentamente ad abbandonare la positività delle nostre tradizioni per abbracciare la negatività di tradizioni importate nel nome di un modernismo sincretistico?

Roma, culto dei Lari

Condividi