La Patacca di Serrone

Chiudete per un attimo gli occhi, immaginate un tempo lontano, ma neanche troppo, dove vostra madre o vostra nonna, si armavano di mattarello, acqua, farina e olio di gomito; stendevano la pasta su un tavolaccio di quercia o di pietra e davano forma o meglio diverse forme a quello che è l’alimento italiano tipico per eccellenza.

La pasta, siamo oggi abituati a vederla sugli scaffali, seccata industrialmente e pronta per essere cotta , ma una volta, la pasta si consumava solo fresca e quella che veniva fatta seccare per i tempi di carestia, veniva lasciata stesa all’aria, in un ambiente secco e ventilato.

Da questa nobile tradizione, da questo gustoso alimento, che nasce la “Patacca” di Serrone, che oggi è possibile gustare solo nei ristoranti, oppure nella sagra che annualmente le viene dedicata.

03

La Patacca ha la forma delle pappardelle, anche se il formato è leggermente più spesso, le farine utilizzate sono quella di grano tenero 0, per arrivare alla tipo 1 e 2 oppure la farina integrale a seconda della durezza e del sapore che si vuole ottenere.

Essendo un piatto contadino, nato sicuramente in data antecedente la scoperta delle Americhe, era probabilmente condito con burro e formaggio per chi aveva la fortuna di avere animali d’allevamento, mentre i più poveri usavano brodi vegetali, verdure come gli spinaci o le uova.

Si presume che la tradizione di usare il pomodoro ed il basilico, che oggi è giunta a noi, sia di origine tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, quando Pellegrino Artusi, gastronomo, diffuse questo condimento che era ancora poco utilizzato nelle ricette, nonostante fosse giunto da centinaia di anni dall’America.

Forse, il modo più antico e tradizionale di gustare le patacche, è con guanciale e tartufo, accompagnandole con un buon bicchiere di vino rosso Cesanese, altro prodotto tipico e concludere il pasto con la ciambella serronese.

Condividi