Il castello di Modica

Giungendo a Modica, salta immediatamente all’occhio, l’imponente struttura militare, antica, che si staglia sopra l’abitato; un guardiano di pietra e metallo, che sfrutta una rupe naturale per elevarsi a dominanza dei territori un tempo sotto la giurisdizione dei Conti.

Un presidio militare e carcerario, che passò poi in mano al Governatore della Contea dopo. Carlo I d’Angiò, fece redigere due elenchi dei castelli siciliani demaniali: Gli “Statuta Castrorum Siciliae” del 1268 e nel 1272, nel quale viene citato in quest’ultimo il castello di Modica.

Inoltre il castello ha una citazione in una bolla papale emessa ad Anagni il 21 agosto del 1255, diretta a frate Ruffino De’Minori, cappellano e penitenziere del Papa, che all’epoca viveva nella città oggi in provincia di Frosinone.

Nel 1366, il castello ospitò il Re Federico IV d’Aragona, invitato dal Conte Matteo Chiaramonte,mentre nel 1401, il Conte Bernardo Cabrera vi ospitò il Re di Sicilia Martino I; l’edificio venne utilizzato dal 1361 come sede della Gran Corte e vi si amministrava la giustizia, nel 1392 vi si aggiunsero anche la Corte I e la Corte II di Appellazioni.

Nel 1862 il suo ruolo venne definito come sede del Tribunale civile e penale di I grado e Corte d’Assise, dando alla città il prestigio di divenire Capoluogo di Distretto della Intendenza di Siracusa fino al 1865; con l’unificazione da parte di Garibaldi, furono cacciati dai conventi gli Ordini Ecclesiastici ed il castello venne abbandonato, poiché i vari uffici e il carcere furono trasferiti nelle strutture abitate poco prima dai religiosi.

Del castello originale non rimane molto, dai ruderi si può ammirare un eccellente panorama su tutta la città, la struttura è attualmente gestita grazie al volontariato; venne costruito sopra una rupe, già utilizzata come necropoli di tipo “Pantalica”, subendo numerosi interventi di mofica tra il VIII° secolo e il XIX° secolo.

La sua posizione altamente strategica e difendibile, lo hanno reso uno dei castelli più inattaccabili, grazie ai due lati su tre costruiti su pareti a strapiombo e la difficile accessibilità al promontorio su cui sorge; all’esterno è ben visibile la torre poligonale del XIV° secolo, mentre all’interno è visitabile il cortile con le carceri medievali, distinte tra civili e criminali:

Si tratta di stanze scavate nella roccia, ognuna con un uso specifico a seconda dei detenuti ospitati, come ad esempio le donne, delinquenti abituali, uomini di alto rango, persone in attesa di essere giudicate; mentre per i criminali più pericolosi o quelli che andavano severamente puniti, c’erano due grandi fosse profonde circa 7 metri con una pesante grata a chiusura, di questa solo una è sopravvissuta fino ad oggi.

Nel cortile è anche presente la chiesa della Madonna del Medagliere, costruita nel 1930 sui ruderi della chiesa di San Leonardo, che fu utilizzata per l’espiazione dei peccati dei detenuti fino al 1865; sono visibili anche i resti della chiesa di San Cataldo, cappella privata del Conte e successivamente del Governatore.

Vi sono anche tre nicchie campanarie, oggi murate dall’esterno, vi alloggiavano le campane che scandivano il tempo del castello, avvisavano la popolazione di un pericolo imminente o semplicemente tenevano il conto delle ore della giornata.

Delle 5 torri, della cinta muraria e delle 4 porte, non resta quasi più nulla, crollate nel terremoto del 1693 e demolite per lo sviluppo urbanistico dell’epoca, in cui si riteneva le mura fossero inutili per la difesa della città; è però da poco venuto alla luce e reso accessibile, un cunicolo scavato nella roccia che attraversa lo sperone su cui sorge la struttura ed era un passaggio per la ronda di guardia.

Inoltre gli scavi archeologici in atto stanno riportando alla luce numerosi suppellettili, monete, ceramiche, arredi funerari di varie epoche, passando dall’epoca del bronzo a quella ellenica, a quella romana e addirittura del periodo di dominazione araba.

Un vero e proprio tesoro archeologico, quello che si cela sotto le rovine di un castello, che forse è più antico di quel che si pensi, posto in una zona di grande interesse strategico-politico-militare, fin dall’alba dell’umanità.

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