Quando il teatro indipendente diventa un’eccellenza

Cristian Izzo al Quinta Theatre Fest di Rodi

La crisi dei teatri

Oggi non si fa che parlare di una cisi generale causata dalla pandemia. Anche i teatri stanno attraversando la loro crisi più devastante, crisi innestata però su un organismo già pesantemente compromesso. Se i teatri dovessero davvero scomparire domani, importerebbe a qualcuno? Sono anni che assistiamo alla disaffezione ad un’arte che ormai solo chi la fa percepisce come indispensabile.

Avevano forse ragione quegli artisti che negli anni Settanta vedevano la nascita dei teatri stabili di ricerca come la chiusura dell’innovazione all’interno di mura che avrebbero rischiato di penalizzare le realtà indipendenti, con la conseguenza di acquistare forza e divenire espressione della sola élite intellettuale egemone?

Oggi abbiamo un sistema in cui i grandi teatri stabili propongono quasi sempre le stesse cose e raramente si dimostrano inclini a sperimentare nuovi linguaggi, temendo di perdere quella scarsa fetta di pubblico rimasta, quella che può permettersi anche il costo dei biglietti in platea. Le produzioni vengono scambiate e sono create, interpretate e dirette quasi sempre dallo stesso giro di artisti ai quali il pubblico che può permettersi la platea è abituato.
Alla porta, quella posteriore, nel vicolo, ci sono centinaia di giovani (non tutti, per fortuna) che sperano in una scrittura che consenta a loro di entrare a far parte di quel mondo, che magari non incontra il loro gusto o le loro pulsioni intellettuali, ma almeno permette loro di mangiare facendo il mestiere per cui si sono formati.
Altri artisti, pieni di idee e speranze rivoluzionarie sono stati costretti ad abbandonare le proprie prospettive causa esaurimento di energie per combattere un sistema irritante, deprimente e controllato da un ristretto numero di persone, a volte maestri figli del loro tempo, altre volte fantocci della giunta regionale di turno. Altri giovani, come Cristian Izzo hanno perseverato.

Perché seguire con attenzione il percorso di Cristian Izzo?

Tante e tanti giovani, come Cristian Izzo, controcorrente, hanno perseverato e magari seguito vie alternative, oggi hanno lavorato così poco «sulla carta» da non potersi permettere di essere tutelati dallo Stato per non aver raggiunto il minimo retributivo, pur avendo dato alla causa dello spettacolo dal vivo tutto. Non tanto. Tutto. Studiare, impegnarsi ogni giorno, lottare per raggiungere obiettivi e dedicare la propria vita a una forma d’arte di cui alla maggior parte delle persone importa così poco, forse niente, sarà giusto? Noi crediamo che non sia giusto e siamo dalla parte di questi giovani.
In un nostro articolo precedente (https://www.prometeomagazine.it/2020/08/20/con-cristian-izzo-torna-in-patria-il-pelide-achille/ avevamo parlato di Cristian, un talento napoletano che gira il mondo con le sua performance, e del Quinta Theatre Fest, diretto da Vicky Theologi, di cui sarebbe stato ospite a Rodi dal 14 ottobre. Ebbene Cristian ha partecipato al Festival di Rodi, conclusosi domenica scorsa.
In tarda serata sono stati comunicati i risultati dalla giuria, costituita da grandi professionisti della scena contemporanea greca come Giannis Vouros A, in una terra, la Grecia, in cui la tragedia e il Teatro Occidentale di fatto sono nati.
Cristian Izzo ha ottenuto due premi:
1. MIGLIOR ATTORE/PERFORMER e MIGLIOR PERFORMANCE ASSOLO all’International Theatre Festival of Rhodes Quinta Theatre Fest per Cristian Izzo ed “Achille – Sulla Semidivinità”

2. “OUTSTANDING MALE SOLO AWARD” and “BEST MALE ACTOR AWARD” for “Achille – on the half-divine” and Cristian Izzo.

Ha ricevuto la notizia dalla direttrice del Festival Vicky Theologi, la quale ha voluto aggiungere che “la giuria critica è stata folgorata dalla tua tecnica”. Cristian Izzo afferma che ha ricevuto il premio in contumacia, essendo costretti dalla situazione a partecipare soltanto in video, virtualmente, al festival. Il che rappresenta un’ ulteriore soddisfazione perché la performance dimostra la sua validità anche quando non è eseguita dal vivo (handicap non indifferente per i nostri lavori).
Quanto a noi, soddisfatti per aver intuito nel talento di questo giovane la fiamma del teatro non istituzionalizzato, indipendente, ringraziamo Cristian Izzo che – grazie alla sua ricerca continua- non si limita a dare vita a un testo sul palcoscenico, ma assume il ruolo creativo dell’ attore-regista che reintrpreta il testo criticamente, lo riscrive anche assemblando testi di varie fonti, in un teatro che non fa più affidamento al testo scritto, ma è guidato dagli elementi pratici e tangibili della scena, compreso quello del corpo dell’attore.
E’ questo il futuro del teatro che tutti i paesi europei dovrebbero capire e tutelare e sono le eccellenze come Cristian Izzo in grado di mettere in scena performance di un teatro independente in movimento che attirerebbero anche quei giovani studenti soliti ad annoiarsi a teatro.

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