Le mura megalitiche di Trevi nel Lazio

Quando si parla di mura ciclopiche o megalitiche, la mente viaggia a quelle famosissime di Arpino, Alatri, Anagni o addirittura quelle presenti ad Alba Fucens in Abruzzo, ma anche il paese di Trevi nel Lazio, vanta questa monumentale architettura, che precedette il periodo della romanizzazione.

Gli Equi, un popolo bellicoso, che diede parecchio filo da torcere ai Romani, disponeva di una cinta muraria a difesa della Acropoli e dei suoi confini, così come ci perviene dalla presenza dell’arco sito al confine con Guarcino, ma anche in località Carraccio, Colle Mordani e Schiavia.

Le mura megalitiche, denominate anche pelasgiche, sono la testimonianza della presenza di antichissimi popoli italici, inseriscono Trevi nel Lazio tra le città “Saturnie”e tra le più importanti dell’Alta Val d’Aniene, grazie alla sua posizione strategica che permetteva di controllare il passaggio verso l’Abruzzo.

Queste muraglie sono costituite da blocchi squadrati, incastrati a secco, senza nessuna opera cementizia, con una perizia ed arte ormai perduti nel tempo, simbolo non solo di difesa, ma di una vera e propria “discendenza divina”.

Le mura non sono l’unica cosa che rischia di “scomparire” a causa della poca importanza che alcuni gli riserverebbero, Trevi è un territorio ricchissimo di elementi storici di grandissimo pregio, alcuni inspiegabilmente scomparsi o mai ritrovati, come ad esempio la Cattedrale di San Teodoro, sulla quale la nostra Redazione ha una teoria, in fase di analisi e studio e che prossimamente, se i risultati saranno compatibili, andremo a presentare.

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