Olevano Romano, la città degli artisti
Olevano Romano, è una splendida cittadina di 6600 abitanti circa, a 45 km dalla Capitale, importante centro commerciale e industriale a cui fanno riferimento molte altre cittadine minori e dove ancora oggi l’economia è basata ancora sull’agricoltura, la vinificazione e la produzione olearia.
La storia della città è decisamente antica, il centro storico risale all’epoca romana o addirittura pre-romana, grazie alla presenza massiccia di rilievi archeologici, quali ad esempio mura poligonali, realizzate con grossi blocchi squadrati, tipici anche di altre città fondate da popolazioni italiche.
Nel medioevo fu nominata “Castrum”con un ufficiale atto di vendita del 1232 stipulato tra Oddone Colonna , nuovo Signore di Olevano e Papa Gregorio IX, che cedeva il potere alla potente famiglia romana; così come consuetudine, i Colonna, che avevano molti nemici, fortificarono la città, costruendo sul punto più alto, su uno sperone di roccia il castello ed altre fortificazioni.
Ai Colonna succedette Roma, che nel 1364 emanò gli statuti cittadini, poi fu il turno degli Orsini, fino ad arrivare all’ultimo Signore di Olevano, il Principe Camillo Borghese, Marito di Paolina Bonaparte, la sorella di Napoleone.
Lo stemma cittadino è costituito da tre piccole colline, la cui centrale ospita una pianta d’ulivo, lo scudo centrale reca la scritta acronima SPQR, concessa nel 1849 dal Senato della Repubblica Romana, in onore a un corpo di spedizione olevanese, che ruppe l’assedio di Roma per portare in città viveri e rifornimenti; Garibaldi che li passò in rivista li descrisse come “scalzi, sporchi e laceri, ma con certi coltelli …”
I luoghi di interesse sono molteplici, la città è un museo a cielo aperto, sono tuttavia da segnalare il Santuario della SS Annunziata, sito nella parte bassa del centro storico e il Santuario della Madonna del Buon Consiglio, la torre panoramica medievale che si affaccia sui Monti Lepini, la Valle del Sacco, i Monti Simbruini e il Monte Scalambra, oltre alle già sopracitate mura poligonali che proteggono la zona bassa del centro storico. V’è inoltre una villa romana in rovina in località Lanetto.
Olevano, come d’altronde Subiaco, fu meta di moltissimi artisti che la visitarono nel XIX° secolo, circa mille, tra i più famosi il tirolese Joseph Anton Koch, Jean Baptiste Camille Corot, Friedrich Von Olivier, Franz Theobald Horny, che morto giovanissimo riposa nella chiesa di San Rocco; la città fu una scuola importante per questi artisti, che riproducevano i colori ed i paesaggi unici della campagna olevanese, mentre le vedute del paese furono riprodotte nei primi anni ’20 del novecento dal tedesco Alexander Kanoldt.
Molte opere sono ospitate nel Museo Civico d’Arte, aperto il sabato e la domenica, ospita opere dell’800-900, serigrafie e la donazione dell’artista Heinz Hindorf, oltre una collezione di stampe con vedute romane di Koch, per un totale di circa 2000 opere.
Olevano è stata anche protagonista di un film nel 2011, “Bloody Sin”, ambientato in varie epoche, tra l’inquisizione e i giorni del XX° secolo.
La città è molto nota in ambito nazionale ed internazionale, anche per la produzione dei suoi pregiati vini rossi regolati dal disciplinare “Cesanese di Olevano Romano DOC”, che ha portato ai produttori anche premi prestigiosi, tra i quali un importante riconoscimento al “Vinitaly” di Verona.