Il Venerabile Padre Quirico M. Pignalberi

il San Francesco del Serrone

Una vita semplice, austera, laboriosa, dedita alla preghiera abituale, alla contemplazione, alla penitenza. Aveva fama di essere “uomo di Dio, un vero santo Sacerdote, semplice sì, ma sapiente”. Si raccontano di lui fenomeni straordinari, che vanno, dalla bilocazione alle guarigioni, dalle grazie alle presenze di aiuti, in momenti di pericolo. Poiché dopo la morte è aumentata la sua fama di santità, sia nell’Ordine Francescano, che nel popolo di Dio ed, in particolare tra gli iscritti al Movimento della Milizia di Maria Immacolata, nel 1992, si dava inizio all’iter per il processo di canonizzazione. Nel 2016, la Chiesa lo ha dichiarato “VENERABILE”.
Il venerabile P. Quirico Pignalberi, ultimo di cinque figli, è nato al Serrone (Frosinone), l’ 11 Luglio 1891; i genitori, Egidio e Caterina Proietti, erano contadini. Non aveva ancora dieci anni, quando due fatti rilevanti lo toccarono personalmente e ne orientarono il futuro.

Il primo avvenne durante la preparazione alla Prima comunione; una catechista, Suora del Prez.mo Sangue, parlò, tanto bene del sacerdozio che Quirico ne rimane affascinato e, da allora, orientò i suoi desideri verso la vita sacerdotale.
Il secondo è legato ad un tragico evento; nella primavera del 1900, durante gli anni della scuola elementare, il suo maestro lo mise quale prefetto della classe con l’ordine di non lasciare uscire nessuno. Dopo poco di udì uno sparo: preso dalla disperazione il maestro si era suicidato per evitare di ubbidire alla massoneria che gli aveva ordinato di uccidere il re Umberto I. Il delitto purtroppo avvenne il 29 Luglio dello stesso anno a Monza, per mano di un anarchico. Questo tragico evento segnerà profondamente il suo animo, tale da portarlo ad assumere una posizione contro la massoneria e a fare il proposito di impegnarsi a combatterla.
Il senso della lotta, dei nemici di Dio e della patria, che aveva acquistato i contorni del dramma nel suo paese natio,po dello scherno e della dissacrazione a Roma, se lo porterà dietro per tutta la vita per cui anche negli ultimi anni, ormai malato e ridotto a vivere in una carrozzella, le parole “lotta”, “demonio”, “massoneria tornavano spesso sulle sue labbra.

S. Massimiliano Kolbe e la milizia dell’Immaolata

Il 30 ottobre 1908, Quirico entrò nel Convento di Zagarolo, tra i Frati Minori Conventuali. Fin dall’inizio, nell’abbracciare la Regola e la Vita di San Francesco, Fra Quirico si attenne radicalmente, tanto che il poverello di Assisi divenne lo specchio della sua longeva vita: morì, infatti, a 91 anni. Nell’Ottobre del 1911, si trasferì a Roma, nel Collegio Internazionale dell’Ordine, per la formazione filosofica e teologica. Qui rimase cinque anni assieme a S. Massimiliano Kolbe: con lui e altri cinque confratelli, il 16 Ottobre 1917, maturò l’idea della Milizia dell’Immacolata: cioè formare una schiera di anime sensibili ai mali della società del tempo, ispirandosi e consacrandosi all’Immacolata.
In quel periodo, l’Europa era in fermento; si pensi alle apparizioni della SS. Ma vergine a Fatima, alla rivoluzione di Ottobre in Russia, all’Italia, che subiva la disfatta di Caporetto, mentre la massoneria, per le vie di Roma e in Piazza S. Pietro, lanciava le sue invettive contro la Chiesa ed il Papa. Il 31 ottobre 1917, in forza della mobilitazione generale, decretata dal Governo, dopo la ritirata di Caporetto, P. Quirico fu richiamato alle armi, pur essendo già stato riformato per motivi di salute.

Dal 1923 al 1965 espletò l’ufficio di Maestro dei novizi, prima a Bagnoregio, dal 1925 al 1928, per passare, in seguito, al Convento San Lorenzo del Piglio, dove insegnò con l’esempio e la parola, la radicalità della scelta vocazionale e la fedeltà eroica dell’ideale francescano e sacerdotale.
Nel 1937, nel Convento del Piglio, ricevette la visita del confratello Massimiliano Kolbe al quale era legato da profonda stima; questo incontro servì a confermare il loro impegno spirituale e umano per la causa della Milizia dell’Immacolata e la loro sintonia nella donazione incondizionato all’Immacolata.
Nel 1945, gli fu affidato la missione pacificatrice nella cittadina di Trevi nel Lazio, ove si erano creati forti contrasti tra il popolo e il Parroco. Con la sua umiltà e la preghiera riportò i Trevigiani alla concordia e alla pace. Fu sempre disponibile a qualunque richiesta, motivata soprattutto dall’obbedienza o dalla carità, seminando sempre parole evangeliche, anche con richiami forti e salutari, quando ce ne fosse stato bisogno.

Atti del processo di canonizzazione portati alla tomba di P. Quirico a Piglio

Gli ultimi sei anni della sua vita, furono contrassegnati da grave infermità, che sopportò pazientemente, ritenendo che la sofferenza fosse “la moneta più preziosa per la propria purificazione ela salvezza delle anime”. Concluse il suo cammino terreno, la notte del 18 Luglio 1982, nella Casa di Riposo “La Francescana”, in AnzioColonia (RM).
La sua salma fu sepolta, provvisoriamente, nel cimitero del Serrone, suo paese natale. Nel 1985, fu traslata presso il Convento di San Lorenzo al Piglio, tanto caro al P. Maestro, ove egli aveva trascorso la maggior parte della sua vita; fu posta nella Cappella del S. Cuore, sita al termine di un viale alberato, luogo da lui preferito per la preghiera personale e, oggi, abituale punto di riferimento per tanti fedeli e devoti, che lo hanno conosciuto.

Padre Quirico orologiaio, elettricista e presepista

Di Padre Quirico che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere nell’oratorio del Sacro Cuore ad Anzio Colonia quando era già sofferente, desidero ricordare della sua figura il sorriso sempre impresso nel volto, e delle sue attività quelle di orologiaio, elettricista e presepista.
Come orologiaio non si può contare il numero di orologi riparati da padre Quirico nella sua attività “disinteressata” esercitata per tutta la vita sempre o ovunque, ogniqualvolta ne fosse stato richiesto, senza ricavarne alcun lucro. La nipote di P.Quirico, suor Clementina, riferiva come la casa paterna fosse diventata un centro di raccolta di orologi da riparare, portati dagli interessati, affinché il babbo li consegnasse allo zio, per poi restiuirli a lavoro compiuto.
Come elettricista, tanto per ricordare gli eventi più importanti, realizzò l’impianto elettrico nella Chiesa di S.Carlo a Cave; l’impianto elettrico e illuminazione della facciata della Chiesa di S. Francesco a Bagnoregio, nel 1926 e l’impianto elettrico della Chiesa di Trevi nel Lazio.
Come presepista, lo storico ed originale presepe, ideato e realizzato da padre Quirico in un locale sottostante il convento è stato costruito alla fine degli anni ’50 ed è rimasto in quel luogo fino al 2001, anno in cui il presepe venne smantellato, a seguito dei lavori di ristrutturazione del convento. Dal 2002 al 2006 il presepe è stato fatto “rivivere”, in forma ridotta, nella chiesa settecentesca di San Lorenzo, adiacente al convento, occupando la cappellina del confessionale e successivamente ha trovato la definitiva allocazione nella vecchia vaccheria adiacente al convento. La visita al presepe potrà essere effettuata, dietro richiesta, tutti i giorni fino al 1° febbraio 2020 festa liturgica del Beato Andrea Conti.

Fedeli alla tomba del Venerabile Padre Quirico Pignalberi

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