Il filo rosso del destino

Il fatto che la vita, l’amore o il destino siano legati a un filo, ricorre in diverse culture. Nell’Antica Grecia per esempio, c’erano le Moire o nella Roma Antica, le Parche.

Ritroviamo un filo nel mito di Teseo e Arianna, quest’ultima legò un capo del filo al suo amato per permettergli di ritrovare l’uscita dal labirinto una volta sconfitto il Minotauro.

Ma il filo di cui parleremo in questo articolo ha radici forse più antiche e misteriose e la leggenda arriva dal lontano Oriente: Il Filo Rosso del Destino.

運命の赤い糸 Unmei no akai ito, il filo rosso del destino è una leggenda cinese ampiamente diffusa in Giappone, secondo cui un invisibile filo annodato al mignolo di ogni persona, la lega alla sua anima gemella. Il filo non può essere spezzato in nessuna maniera e le due persone sono destinate prima o poi a incontrarsi e vivere per sempre assieme.

Origine della leggenda

Un uomo di nome Wei aveva desiderio di sposarsi, essendo solo fin dalla tenera età, perchè orfano. Desiderava una grande famiglia con molti figli, ma purtroppo ancora non aveva incontrato una donna disposta ad accasarsi con lui.

Wei si mise quindi in viaggio in cerca della sua sposa. Un giorno giunse davanti a un tempio e sui gradini riposava un uomo anziano con la schiena appoggiata ad un sacco, leggendo un libro. Wei incuriosito chiese al venerando uomo che cosa stesse leggendo ed egli rispose di essere il “dio dei Matrimoni” e che in quel momento stava esaminando proprio il suo destino.

Secondo l’anziano, la futura moglie di Wei in quel momento aveva solo 3 anni e lui avrebbe dovuto attendere almeno 14 anni che ella fosse cresciuta prima di convolare a nozze. La cosa ovviamente deluse Wei che poi incuriosito dal sacco della divinità chiese cosa esso contenesse.

Il Dio dei Matrimoni spiegò che nel suo sacco conservava un filo rosso con cui venivano legati i piedi di mogli e mariti. Era un filo invisibile e impossibile da spezzare, chiunque fosse stato legato ad un’altra persona avrebbe dovuto sposarla, indipendentemente da qualsiasi altro evento o loro comportamento.

Wei tuttavia non voleva attendere 14 anni e desiderava sentirsi libero di scegliere da solo la donna da sposare. Insorse in lui un profondo sentimento malvagio che lo convinse a mandare il suo serve a uccidere la bambina.

Il servo pugnalò la futura sposa di Wei, ma non riuscì ad ucciderla, ferendola solamente alla testa. Wei continuò quindi la sua vita continuando a cerca la moglie che tanto desiderava.

Wei cercò invano la sua sposa per 14 anni finchè non incontrò finalmente una giovane di 17 anni, di buona famiglia, che acconsentì a sposarlo. La donna teneva sempre una pezza sulla fronte e solamente dopo molti anni Wei le chiese come mai non la togliesse nemmeno per lavarsi. La donnà racconto quindi che copriva per la vergogna un’orrenda cicatrice causata da un tentativo di ucciderla quando aveva solo 3 anni.

Wei, ascoltando la moglie, si ricordò del suo incontro con il Dio dei Matrimoni e dell’insano ordine che diede al suo servo. Per la vergogna confessò alla donna di essere stato lui il mandante di quel tragico tentativo. La sposa però ebbe la forza di perdonarlo e da quel giorno i due si amarono ancora più di prima, vivendo felici.