Il sito archeologico della Pelonga di Alatri

Il sito archeologico della “Pelonga”, è ciò che resta di un importantissimo insediamento neolitico, che tramanda così ai posteri, quella che era la vita migliaia di anni fa, prima dell’avvento delle conquiste romane e all’alba dei tempi per l’umanità.

Le sue origini sono deducibili dalla presenza di strutture abitative tipiche, tumuli e dal ritrovamento di molti manufatti di pietra calcarea, lavorati e levigati per l’uso quotidiano; La collina di Monte Capraro, è disseminata dei tumuli, sul versante sud affacciato sulla pianura di Tecchiena.

I tumuli sono scampati alla distruzione, perché considerati inutili cumuli di sassi, spostati forse dai contadini per arare i campi, ed essendo totalmente chiusi, certo non lasciavano immaginare la loro funzione funeraria, ad oggi soltanto uno di questi è stato violato per scopi scientifici mostrandone la reale struttura.

Il tumulo nascondeva una camera profonda circa due metri ed alta un metro e cinquanta, anche se si suppone che ogni tumulo abbia una struttura differente, dal momento che esternamente alcuni hanno la forma di una barca rovesciata, altri una struttura rettangolare e solo alcuni una verticale a forma di fornetto (che dovrebbero secondo gli studiosi, contenere il corpo di un infante).

Le pietre, di grandezza media, sono state montate con la tecnica di incastro a secco, in alcuni casi appoggiate su pietre più grandi di forma poligonale o rocce naturali, con un ingresso simile alle porte di Alatri, rivolte a sud con architrave appoggiato su stipiti; altre somiglianze con l’acropoli si possono ritrovare grazie alla presenza di mura poligonali, nella parte alta di Pelonga, che ricalcano la medesima tecnica costruttiva.

Le strutture abitative, sono composte da fondamenta di capanne, con basamenti di circa un metro costituiti sempre da pietre murate a secco, prevalentemente situate nella zona bassa della collina; esse sono tutt’ora in grado di resistere per sorreggere sovrastrutture di legno e paglia, utilizzate dai contadini ancora oggi, per la rimessa degli attrezzi.

Sarebbe bello se questo sito venisse ulteriormente valorizzato, con la creazione di un percorso archeologico, il recupero delle strutture, con la creazione di un villaggio neolitico rappresentativo, dove portare le scolaresche alla scoperta delle origini di Alatri.