Escursione alla Madonna della Portella (Trevi nel Lazio)
L’Escursione alla Madonna della Portella, è una passeggiata gradevole, con un piccolo dislivello, ma alla portata di tutti, grazie soprattutto al sentiero che costeggia l’Aniene, risalendo il costone della montagna, rimanendo ombreggiato dalla vegetazione per il 90%.
Si parte all’altezza del ponte romano di San Teodoro, mirabile esempio di ingegneria romana antica, che ad oggi sopravvive ed è utilizzato, attraversandolo si svolta a destra seguendo le indicazioni e percorrendo una mulattiera con un lieve grado di pendenza che taglia il monte Malemito, camminando per circa 45 minuti, si raggiunge l’edicola della Madonna della Portella.
Una buona notizia ogni tanto, almeno per quanto riguarda la preservazione dei beni culturali; un importante finanziamento europeo per le aree interne pari a 150mila euro, verrà erogato al comune di Trevi nel Lazio ed in particolare per la riqualifica strutturale del ponte San Teodoro e dell’area circostante, che ricordiamo è ritrovo di escursionisti, poiché si diramano altri importanti cammini, oltre quello della Portella.
Il ponte romano di San Teodoro è il più antico dell’Alta Valle d’Aniene, trae le sue origini dall’età Tardo-Imperiale, la toponimia è da attribuirsi alla Cattedrale dedicata a San Teodoro, che era sede del Vescovo di Trevi fino al 1059; in realtà il ponte già da molto tempo era un collegamento importantissimo, mettendo in comunicazione i popoli degli Ernici e dei Volsci a Sud-Est ed i Marsi ad Est, nell’attuale regione d’Abruzzo, mentre la strada che conduce ad Ovest permetteva di raggiungere altre città di fondazione Equa, Tibur e Roma.
La struttura massiccia del ponte, costruita in pietra cardellino, divide il corso del fiume in due arcate spezzate da un frangiflutti d’angolo triangolare; ad agosto durante la nostra visita abbiamo potuto constatare uno stato di semi-abbandono, con la vegetazione cresciuta a ridosso dei lati del ponte e sulla stessa struttura, minandone l’impatto visivo e mettendo anche a rischio la struttura, poiché le radici delle piante vanno a infiltrarsi tra le pietre.
Speriamo quindi, che questa manna dal cielo sia ben adoperata, per rimettere in sesto il ponte, ma anche per programmarne la manutenzione, onde evitare che la vegetazione torni nuovamente a spadroneggiare, con il rischio di un crollo strutturale.
Inoltre, ovviamente, un eventuale crollo metterebbe in discussione il passaggio per raggiungere la Portella e l’Arco di Trevi che si trova a qualche ora di cammino, così come purtroppo è già accaduto qualche anno fa, per un altro ponte, ancora in attesa di essere ripristinato, alle cascate di Trevi.
La Portella, oltre che a costituire una vera e propria porta, sotto a cui si può transitare, l’edicola è un luogo di culto e di contemplazione, da essa si scorge il rione Portella di Civita, dal quale prende probabilmente il nome; se si decidesse di proseguire per circa un’altra 1.30’, si raggiungerebbe il famoso Arco di Trevi, trovando sul percorso anche “l’inginocchiatoio di San Domenico”, una roccia modellata come un inginocchiatoio, dove il santo si sarebbe fermato in preghiera.
Il sentiero è antichissimo, secondo fonti storiche già usato dagli Ernici, dell’edicola non sappiamo con certezza la sua costruzione di origine mariana, ma sappiamo che fu rimodernata come è oggi alla fine dell’800 da parte di un tal Giovan Battista Ciolli, di cui compare il nome e la raffigurazione di un gambero di palude e un cavallo, a simboleggiare il potente signore che inseguiva il suo servo.
Su Ciolli circola una leggenda: sembra che fosse un operaio agricolo trebano, che lavorava nella piana Pontina,che allora era paludosa, per un padrone prepotente e crudele, il quale decise di abbandonare per tornare a Trevi portando con se delle bestie sottratte come pagamento del suo lavoro; il padrone tuttavia lo raggiunse a Trevi inseguendolo senza però riuscire a trovarlo, anche perché il Ciolli si era rifugiato con le bestie sul monte Malemito.
Il padrone non poté far altro che tornarsene nell’agro pontino e l’operaio, forse per redimersi o forse in segno di ringraziamento decise di ampliare l’antica edicola facendo realizzare anche un immagine della Madonna del Riposo affrescata a muro che però andò persa nel tempo con le intemperie, al suo posto venne collocato un dipinto della Madonna Ausiliatrice.
L’immagine che c’è adesso, in terracotta è opera dello scultore Elio Marra di Colli nativo di Monte San Giovanni Campano (Frosinone), fu commissionata da padre Dante Zinanni e collocata nel 1986; alla Portella è dedicata anche una festa che si tiene il 3 maggio di ogni anno, ovvero la festa di Santa Croce, che prevede un pellegrinaggio del popolo trebano fino all’edicola in questione.
Si parte dall’aurora cantando “Evviva la Croce , la Croce Evviva, Evviva la Croce e chi la portò!”
Parte di questa storia è stata possibile conoscerla grazie a un epigrafe posta sotto l’arco della Madonna di Portella, che da secoli è sentinella silenziosa di pellegrini, soldati, briganti e viandanti.
Aggiungo a quanto letto.
Alcuni anni indietro, nel prato adiacente “Portella” furono rinvenuti da me ed altri escursionisti, alcuni pezzi di una lapide che, ricomposta, recava l’incisione in latino “Aelemosinae” . I pesanti pezzi furono trasportati in Paese e dovrebbero essere stati poi consegnati pal rev. Padre Dante Zinanni per essere collocati in un museo.
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