Filettino e la tutela della sua storia

Da Eleuterio Arquati a Filippo Caraffa

“Storia e Costumi di Filettino” del sac. Eleuterio Arquati

“Il paese in cima a un sasso circondato da monti alti e scoscesi” è Filettino nel poemetto in terza rima della fine del XVIII secolo, ridotto a miglior forma ed annotato dal sacerdote Pietro Rossi, canonico della Cattedrale di Anagni, “Storia e costumi di Filettino” del Sac Eleuterio Arquati.
Nel 1937 il canonico presentò questo poemetto, la cui diffusione fu affidata alla solerzia di tale Menicuccio Valenti, il “soldino”, dedicandolo ai suoi concittadini con quell’innato senso di giusto orgoglio di conservare e di far conoscere il luogo dove siamo nati, specialmente se trattasi di notizie, che, per la loro antichità, solleticano in modo particolare la nostra curiosità e il nostro amor patrio. Il poemetto di natura essenzialmente storica canta antiche consuetudini e ricorda famiglie, persone e fatti di un’epoca assai lontana.
Il revisore, nella premessa dal titolo “Ai miei concittadini”, annota che non poteva più esimersi dal pubblicare i versi del sacerdote Eleuterio Arquati, perché mancavano altre notizie a riguardo, essendo stati distrutti dall’incendio del principio del sec. XVII gli archivi sia comunale che parrocchiale, uniche fonti, da cui si sarebbe potuto attingere una più vasta documentazione per la storia antica di Filettino.

Nel 2001, un altro sacerdote di Filettino, don Alessandro, promuove la ristampa del poemetto con l’augurio che quella “Storia e Costumi di Filettino” entri anche nelle case dei non filettinesi. E ne sono venuta in possesso anch’io che in quegli anni, frequentando il paese più alto del Lazio, ebbi l’onore di conoscere Don Alessandro De Sanctis ed altri filettinesi molto orgogliosi della loro storia patria e delle tradizioni locali, grazie ai quali ho conosciuto le numerose opere di Mons. Filippo Caraffa

Filippo Caraffa studioso e storico della cultura locale

Mons. Filippo Caraffa nasce a Sezze Romano il 1° Gennaio del 1909 da genitori filettinesi e muore il 2 Dicembre 1987. Monsignor Caraffa seguì gli studi nel Seminario Maggiore romano conseguendo le lauree in Filosofia ed in Teologia presso l’Ateneo Lateranense. Nel suddetto seminario egli tenne, fra l’altro, l’incarico di vice-rettore fra il 1936 e il 1948, quando, nel periodo dell’occupazione di Roma, ebbe modo di distinguersi con un preclaro servizio umanitario verso molti rifugiati. Dal 1948 al 1980, anno della quiescenza, egli svolse importanti incarichi di insegnamento (con la parentesi di rettore del Santuario di Pompei a metà degli anni ‘50). Fu anche preside del Liceo S. Apollinare e rettore del Pontificio Seminario per gli Studi giuridici ed infine docente di Agiografia nell’Ateneo Lateranense. Intanto conduceva i suoi studi sulla Storia del Monachesimo e della Chiesa, collaborando a molte pubblicazioni ed in particolare dedicandosi alla monumentale realizzazione della Bibliotheca Sanctorum.
Molteplici sono le pubblicazioni del mons. Filippo Caraffa, dalle monografie, ai saggi, dal 1940 all’ultima fatica pubblicata nel 1989, Storia di Filettino, in due volumi, a testimonianza di una vita dedicata allo studio e alla ricerca delle fonti storiche. Così mostra un libro a lui dedicato, Gli scritti in onore di Filippo Caraffa del 1986 di Gioacchino Giammaria, che con la pubblicazione ha inteso omaggiare uno che ha contribuito notevolmente alla rinascita dell’Istituto di Storia e di arte del Lazio Meridionale (Isalm) e che tanto studio ha dedicato al Lazio Meridionale. Dell’enorme mole delle pubblicazioni, intendo ricordare i saggi su Trevi nel Lazio, Vallepietra, Treba Augusta, Il culto dei martiri, Il Monasticon Italiae, Roma e Lazio, L’Eremitismo nel Lazio meridionale, per citare solo le monografie.

Pregevole la Storia di Filettino, pubblicata dall’Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale, Centro di Anagni, in cui il lettore può ripercorrere nove secoli di vita economica, religiosa e politica di Filettino grazie alle numerosi fonti storiche e archivistiche consultate dall’autore, dall’Archivio Vaticano, all’Archivio di Stato, agli atti notarili.
Se il volume non è rimasto inedito ed ha potuto essere stampato ad un anno di distanza dalla scomparsa dell’Autore, ciò si deve alla risposta immediata e inanime dei filettinesi che hanno aderito all’invito a sottoscrivere. “Non possiamo però sottacere – afferma nella prefazione il curatore – l’operato di don Alessandro De Sanctis, il quale si è dedicato a questa edizione con energia, passione e commovente dedizione”. E Filettino ricorda mons. Filippo Caraffa oltre che come autore della Storia di Filettino, di Trevi nel Lazio e di Vallepietra anche per la sua preziosa presenza in aiuto del caro Don Alessandro, soprattutto per la messa del 14 agosto delle ore 5.00. E Don Alessandro ha voluto coronare e suggellare una vita trascorsa in fraterna familiarità con mons Filippo Caraffa, offrendo della loro amicizia la testimonianza più rara e perciò più significativa: quella che si rende all’amico non più presente.

La presenza pastorale a Filettino a tutela della storia e delle tradizioni locali

Ambedue le pubblicazioni, il poemetto, scritto da un sacerdote, Eleuterio Arquati, della omonima nobile Famiglia e rivisto dal Rev.mo Can. Don Pietro Rossi e la Storia di Filettino, scritta da mons. Filippo Caraffa, hanno visto la ristampa il primo, la luce il secondo, grazie anche all’interesse e alla passione di Don Alessandro De Sanctis, celebrato nel giugno del 2006 dall’intera comunità di Filettino in occasione del centenario della presenza pastorale ininterrotta a Filettino della famiglia De Sanctis: questa per due generazioni prima con don Filippo De Sanctis dal 1906 e poi con il nipote Don Alessandro De Sanctis, ha tenuto le sorti spirituali del paese più alto del Lazio.
Don Alessandro, coadiuvato dal Consiglio Parrocchiale, è stato la colonna portante e, senza ombra di smentita, la sua unica Autorità non solo morale e religiosa, ma anche civile, assicurando, insieme allo zio Filippo, la guida pastorale per 108 anni. Don Alessandro ha celebrato più di 46mila messe, 1400 funerali e centinaia di matrimoni e battesimi. La sua vita ha visto i seguenti Papi: Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco. Ha lasciato i suoi cari filettinesi il 12 luglio del 2017, giorno del suo 75° anno di sacerdozio.

Oltre che guida spirituale, Don Alessandro aveva a cuore la tutela delle radici storiche e delle tradizioni locali, pienamente condivise e valorizzate dal Consiglio pastorale parrocchiale, e dai cittadini tutti impegnati nelle diverse associazioni e confraternite locali, fin dall’età infantile, quando la scuola elementare e poi scuola primaria forniva il suo ottimo contributo alla comunità, grazie all’impegno delle maestre, nella fase di formazione ed educazione che tanto hanno fatto per fare appassionare i piccoli filettinesi alle tradizioni locali, allo studio della toponomastica locale dialettale, alle erbe spontanee ed aromatiche del territorio, oltre che alla storia patria tanto da ricevere premi e riconoscimenti per il costante impegno dimostrato nella promozione della cultura ciociara.

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