Casa Barnekow di Anagni, segreti e misteri

Anagni è una città particolare che lega la sua unicità alla sua sacralità; il rapporto con il divino ha rappresentato per questa città la sua stessa essenza, ha caratterizzato la sua storia fin da tempi antichissimi, rappresentando per i romani un luogo sacro straordinario “ …piena di molte cose antiche e di sacri edifizi e religiosi.

Non v’era angolo che non avesse o un santuario, o una cappella, o un tempio. V’erano anche molti libri di lino trattanti di cose sacre”, come scriveva l’Imperatore Marco Aurelio; sappiamo come nel Medioevo fu di fatto la capitale del Sacro Romano Impero per 200 anni circa e come i grandi Papi anagnini d’origine: Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro IV, Bonifacio VIII, abbiano determinato il corso della storia.

Fra i moltissimi monumenti che ricordano questa sua caratteristica di sacralità, c’è uno molto particolare : Casa Barnekow, una delle pochissime testimonianze monumentali dell’alchimia insieme alla Porta Magica di Roma o al Bosco di Bomarzo, o alla Cappella San Severo di Napoli.

La scienza alchemica fu vera scienza per tutto il medioevo  fino all’illuminismo ed anche dopo visto che lo psicanalista Jung la studiava con interesse. Questa scienza aveva due campi di applicazione uno relativo alla ricerca scientifica ed uno alla ricerca filosofico-morale. Tutte e due i campi di studio avevano lo stesso obbiettivo: il raggiungimento della perfezione e dell’eternità.

La scienza alchemica cercava di trasformare la materia impura corruttibile tipo il piombo in materia pura incorruttibile come l’oro; questa ricerca non era finalizzata al raggiungimento di una facile ricchezza, ma, ed è qui che interviene lo studio filosofico e di insegnamento morale, una perfezione sublime che portasse all’incorruttibilità ed eternità dei corpi per arrivare alla dimensione del divino.

In questo secondo campo si distinse l’opera del Barone Alberto Barnekow che attraverso affreschi e lapidi cerca di illustrare la via per la perfezione. Il barone Alberto Barnekow nacque in Svezia nel 1820 e morì ad Anagni nel 1889; essendo un valente pittore fu inviato a Roma per studiare gli affreschi di Raffaello e qui si legò ad un gruppo di intellettuali, artisti svedesi che proseguivano l’antica scuola seicentesca di alchimia fondata da Cristina di Svezia.

A Roma il Barone incontrò una splendida modella anagnina, la sposò e si trasferì ad Anagni, dove acquistò un antico palazzo risalente al XII sec. Casa Gigli ed a partire da 1861 Barnekow iniziò ad affrescare e ad ornare con lapidi quella che lui stesso chiamerà “Tribuna Albertina” che noi conosciamo come Casa Barnekow , da cui propagandare il suo messaggio alchemico-esoterico-magico.

Per comprendere quanto testimonia Barnekow bisogna seguire un percorso che segue lo sviluppo della scala di accesso alla casa e senza rispettare però l’ordine cronologico. Possiamo dividere l’intera composizione in tre fasi principali : la presentazione, in cui il Barone si presenta, la trasformazione, in cui egli mostra come avviene il cambiamento, l’apparizione, in cui il Barone ci racconta dei suo incontro con la Vergine e il messaggio che riceve.

Nella prima parte, all’altezza del pianerottolo a piano strada, ci sono dipinti tre tondi raffiguranti tre personaggi storici : L’Ernico, Erodoto e Cicerone, che il Barone indica come suoi precursori morali, mostrando come la sua titolarità a dire quello che dirà parte da lontano; un altro biglietto da visita, sempre sul pianerottolo è la lapide che ricorda Albert von Buxthoeven, ovvero Sant’Alberto di Riga, personaggio storicamente molto rilevante e di cui Barnekow ricorda alcune imprese e che indica come suo antenato.

Appena si salgono le scale un grande tondo raffigura il Barone Aberto Barnekow mentre si sta trasformando da materia impura, le ali di corvo, a materia pura, il bianco della sua veste, alla resurrezione nell’eternità rappresentata dall’araba fenice che abbraccia. Queste tre fasi ricordano le tre fasi di trasformazione alchemica: la nigredo, l’albedo, la rubedo. Al di sotto una lapide ricorda questo momento di passaggio e può essere interpretata solo usando come chiave interpretativa il Corpus Hermeticum, una sorta di Bibbia per gli alchimisti.

Lungo il percorso della scala seguono altri affreschi e, soprattutto un’altra grande lapide che ricorda come e perché il messaggio di Barnekow per la trasformazione verso l’eterno è nato in Anagni, nella Tribuna Albertina. Sul pianerottolo d’arrivo, dove si apre la porta di accesso alla casa, c’è rappresentata l’Immacolata Concezione mentre appare e parla a Barnekow in quattro lingue: italiano, svedese, francese e latino; tutto il dialogo è riportato in dieci punti su una lapide fatta a forma di decalogo come quello che la tradizione vuole fosse custodito nell’Arca dell’Alleanza. Il contenuto di questo messaggio è molto complesso e contiene varie esortazioni comportamentali, il modo per raggiungere il paradiso, una profezia  ecc …

Per una dettagliata descrizione di tutto il monumento, di tutti gli affreschi, di tutte le lapidi,  dei contenuti dei testi, delle modalità interpretative, della storia e del carattere di Alberto Barnekow, si suggerisce l’acquisto del libro: Casa Barnekow, Tribuna di un alchimista. di Guglielmo Viti.

Certamente da denunciare lo stato di degrado in cui versa il monumento allo stato attuale, purtroppo in questi anni sia gli affreschi che le lapidi si sono molto deteriorate e circa il trenta per cento dell’opera di Barnekow è andata perduta; speriamo che in futuro, non troppo lontano, si intervenga in modo determinante per il recupero di questo tesoro storico-culturale.

 

Guglielmo Viti

Archeologo

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