Affile, il primo miracolo di San Benedetto

Molti sono i grandi personaggi che nel tempo hanno attraversato Affile, uno di questi fu Garibaldi, che vi sostò per un bicchiere di vino, ma questa è un’altra storia; quella che andremo a raccontarvi questo mese è del personaggio più importante per la Valle dell’Aniene e la Ciociaria, colui che compì un cammino unificando le due zone spiritualmente con l’edificazione di numerose chiese e monasteri: San Benedetto da Norcia.

A narrarci questo evento è San Gregorio Magno attraverso i suoi scritti sul miracolo del vaglio, ma anche dagli affreschi del Sacro Speco a Subiaco, nel monastero intitolato proprio a San Benedetto, a dimostrazione di quanto fosse importante quello che accadde.

In quel tempo Benedetto si era fermato ad Affile con la sua nutrice Cirilla, che un giorno ebbe necessità di un setaccio e se lo fece prestare; la donna tuttavia ruppe l’arnese durante l’uso e prostrata scoppiò in lacrime, comprendendo quanto sarebbe stato difficile ripagare il danno.

Benedetto mosso a compassione prese con se il setaccio, chiamato anche vaglio, e si ritirò da solo in preghiera, l’oggetto si ricompose come se non si fosse mai rotto; Benedetto in quel tempo stava fuggendo da Roma, aveva fatto una sosta anche a Roiate prima di giungere in Affile.

All’epoca Benedetto aveva appena 17 anni (che comunque era un età adulta per quel tempo) ed anche un affresco all’interno della chiesa di San Pietro ad Affile, ricorda quel miracolo; la chiesa è la più antica in assoluto del paese e una delle più antiche della zona, il suo aspetto è umile e le sue origini si perdono nell’epoca paleocristiana.

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