Alla scoperta della Valle d’Aosta, il nostro itinerario

La Valle d’Aosta, con una estensione di 3260 km quadrati, 125.600 abitanti, si conferma tra le 20 regioni italiane la più piccola, ma non per questo la più povera, anzi …

 

Grazie al fatto di essere una Regione Autonoma, la Valle prospera con un PIL procapite di 35.264 euro e un flusso turistico notevole, specialmente dall’estero, complice la vicinanza con la Francia e la Svizzera; ma la Regione, è ricca anche a livello naturalistico e storico, con la presenza delle cime più alte d’Italia, come il Monte Bianco (4.810 mt), il Cervino (4478 mt), il Monte Rosa (4.637 mt, il Gran Paradiso ($061 mt) e ben 150 castelli, oltre a molte rovine romane, che hanno dato alla provincia di Aosta il nomignolo di “Roma delle Alpi”.

Grazie all’ospitalità offerta dalla Regione, siamo riusciti a realizzare un servizio culturale, che andrà a presentare le maggiori attrazioni valdostane, seguendo un itinerario turistico, che vi condurrà alla scoperta dei castelli e dei monumenti più importanti di questa piccola ma fantastica regione.

La nostra avventura, è cominciata al Forte di Bard, che forse i più giovani conoscono, grazie alle spettacolari scene di uno dei film della saga “Avengers”, che sono state girate proprio qui; la salita al forte è lunga, si devono prendere diversi ascensori e solo quando si è in cima, ci si può rendere conto della notevole altezza raggiunta, da cui si domina tutta la valle!

La Fortezza originaria dovrebbe risalire intorno all’anno 1000, ma quella odierna è frutto di una ricostruzione del 1827, dopo che le truppe di Napoleone avevano raso al suolo tutto; la nuova roccaforte contava tre corpi di fabbrica su tre differenti altezze, ognuna munita di casematte di artiglieria per oltre 50 cannoni e che potevano ospitare circa 400 soldati e munizioni per tre mesi.

Dopo un periodo di declino, in cui la fortezza fu usata come carcere, venne acquisita nel 1990 dalla Regione e trasformata in un enorme complesso polimuseale, che ospita differenti sezioni, a partire da uno splendido museo naturalistico e delle tradizioni, completamente interattivo detto Museo delle Alpi, il Museo delle Fortificazioni, dove è possibile ammirare cannoni e uniformi ottocenteschi, il Museo dell’Aquila, che ospita reperti medievali e infine il Museo delle Prigioni, dove viene raccontata la storia carceraria del Forte di Bard.

Molto bello e caratteristico il sottostante borgo di Bard, del quale consigliamo una visita, per poi ripartire alla volta di Issogne, dove si trovano due importanti castelli: Quello di Issogne, appunto e quello di Verres, il primo viene definito “Castello dei Sogni” ed era una dimora signorile, che vide il suo splendore sotto la proprietà degli Challant, il secondo severo ed austero era adibito a vera e propria fortificazione ed essendo privo di arredi o affreschi di rilievo può essere ammirato anche da fuori; mentre ovviamente è consigliatissima la visita di Issogne!

Il Castello, o “Chateau” di Issogne, offre al visitatore un ricchissimo corredo di affreschi tardo medievali, già visibili nel cortile interno del castello (mentre stranamente l’aspetto esterno del castello non appare attraente, grigio e disadorno), vi sono anche numerosi mobili d’epoca, conservati nelle sale con soffitti a cassettoni, anch’esse superbamente affrescate; presente anche una sala d’arme, con alcune armature e armi medioevali.

La tappa successiva si è svolta al Castello Gamba a Chatillon(saltando il castello di Ussel al momento non visitabile), questa volta abbiamo avuto a che fare con un edificio più moderno, risalente al 1911, dove nel 2008 si tenne l’ultimo concerto italiano di Bob Dylan, alla presenza di 4000 spettatori; nel 2012 venne trasformato in polo museale, dove tutt’ora ospita arte moderna e contemporanea.

Successivamente nell’itinerario da noi percorso, si incontra il castello simbolo della Valle d’Aosta, il Chateau di Fénis, di cui si hanno notizie dal 1242, edificato per mano della famiglia Challant, la stessa del castello di Issogne; la sua architettura pentagonale, è strategica, le merlature adattate successivamente, sono idonee per appoggiare armi da fuoco e vi è una doppia cinta muraria con torri e torrette munite di feritoie.

Nonostante il suo aspetto militare, il castello è ammobiliato come residenza e all’interno, specialmente nel cortile interno sono presenti dei meravigliosi affreschi, di cui alcuni anche dall’aspetto misteriosamente esoterico, che meriterebbero studi approfonditi.

Oltrepassando Aosta, si trova Sarre, dove è invece presente il castello omonimo del 1200, residenza di caccia dei Savoia, che lo adornarono con trofei di caccia ed in particolare un intero corridoio ed un salone interamente ricoperti da corna di stambecchi; numerosi anche i cimeli appartenuti ai regnanti, tra cui uno dei primi tricolori del neonato regno d’Italia.

Proseguendo in direzione di Courmayeur, si incontrano i fiabeschi castelli di Saint Pierre e di Aymavilles, attualmente chiusi al pubblico,Tour de la Villa, che è privato,il castello di Jocteau che è una scuola militare, ma è visitabile il castello di Sarriod , poco conosciuto e considerato un castello minore, ma non per questo non povero di tratti architettonici unici!

L’interno infatti custodisce una sala con un magnifico soffitto di legno scolpito nella “sala delle teste”, con ben 171 volti scolpiti tra uomini, donne, animali ed esseri mitologici; inoltre, sono presenti anche numerosi affreschi, recuperati in parte dall’intonacatura effettuata nel ‘700, così come purtroppo era in uso in quell’epoca.

Tornando verso Aosta, terminato l’itinerario dei castelli, è d’obbligo una sosta al monumentale Pont d’Ael, ponte-acquedotto romano che solca il torrente Grand Eyvia, tra spettacolari cascate che si tuffano dalle montagne, si può attraversare quest’opera di 2000 anni sia nella parte superiore che in quella interna, rivivendo l’emozione di un tuffo nell’antica Roma.

Una svolta naturalistica al tour, l’abbiamo data dirigendoci verso Cogne, per l’esattezza nella frazione di Lillaz, una splendida vallata da cui è possibile raggiungere in pochi minuti delle spettacolari cascate e dove l’ambientazione alpina ricorda i cantoni svizzeri.

Aosta, invece, è una città meravigliosa, ricca di chiese architettonicamente fuse tra uno stile romanico alpino e il barocco francese, ma vi sono numerosi edifici completamente medievali, come ad esempio la torre del lebbroso o il mastio dei Signori, quest’ultimo ubicato vicino alla monumentale Porta Praetoria di epoca romana e le porte di Aosta; immediatamente dopo le porte, sono visibili i grandiosi resti del teatro romano, recuperato nel ventennio fascista, abbattendo tutte le case che erano state costruite a ridosso della struttura in epoca medievale.

L’Arco di Augusto, costruito nel 25 a.C., si trova invece appena fuori dal centro storico, dà il benvenuto al visitatore, che rivive il memoriale della vittoria dei Romani sui Salassi, popolo celtico, questo anche a testimonianza di quanto la città, anticamente fosse un luogo nevralgico e strategico, data la sua vicinanza ai territori dei Galli, alleati dei Cartaginesi, con cui Roma muoveva guerra.

Sempre di epoca romana il ponte sul Buther, oggi non scorre più l’acqua sotto la sua volta, ma è comunque un utile passaggio pedonale; vi sono le mura, di epoca romana e sfruttate anche nel medioevo, con la costruzione di piccole fortificazioni; la villa della consolata ed il criptoportico forense, costituito da due lunghe gallerie sotto il livello della strada, ma che anticamente dovevano essere al livello del terreno e che non è ancora chiaro per cosa fosse utilizzato, se come deposito militare o deambulatorio.

Altri resti romani si trovano nella Basilica Paleocristiana di San Lorenzo e fuori dalla città c’è un altro grande ponte-acquedotto detto di Grand Arvou, poi l’area funeraria fuori Porta Decumana; ma la vera storia della città inizia con l’area megalitica, su cui sorge un bellissimo museo:

gli scavi sono stati coperti all’interno di un enorme edificio (ed uno affianco a breve aprirà a sua volta), lasciando in mostra l’originale “aratura sacra” e le buche di palo, mentre all’interno delle sale espositive sono state accolte delle grandi stele di pietra incisa e resti mortuari trovati nelle tombe.

Abbiamo lasciato la Val d’Aosta con molto rimpianto, partiti con la convinzione di visitare una Regione, il cui turismo verte prevalentemente sull’ambito alpino/naturalistico, rientrati con la consapevolezza, che essa ospita un ricchissimo patrimonio culturale storico, da far invidia anche alle regioni più vicine, come ad esempio il Piemonte, che approfondiremo nel nostro prossimo speciale …

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