Il reclamo più antico del mondo fu Babilonese

La tavoletta di Ea-nasir è la testimonianza più antica di “messa in mora”

Oggi con la tecnologia, il computer, l’avvento di internet che permette di inviare e-mail da leggere in tempo reale, non è più difficile inoltrare una nota di reclamo.

Ma immaginate ora di essere un antico commerciante babilonese e di ricevere un carico di lingotti di qualità scadente e di dovervi sbattere con martelletto e scalpellino per incidere una tavoletta d’argilla che riporti il vostro reclamo al venditore.

La tavoletta di Ea-nasir, rinvenuta ad Ur, è la testimonianza diretta che ci giunge dall’antica civiltà Babilonese, datata intorno al 1750 a.C. e scritta in caratteri cuneiformi.

A redigere la tavoletta un commerciante di nome Nanni, irato con il suo omologo Ea -nasir che lo avrebbe truffato a causa di un debito non saldato. Il reperto venne ritrovato dall’archeologo Leonard Woolley e dal 1953 è esposta nel British Museum di Londra.

Grazie ad altre tavolette rinvenute con quella di reclamo, sappiamo che Ea-nasir era un commerciante di Ur, dedito specialmente al traffico di lingotti di rame, ma anche oggetti in oro, avorio, corallo e lapislazzuli che acquistava viaggiando per l’impero.

Nanni nella tavoletta lamenta il modo in cui è stato trattato il suo servitore ed il suo sdegno è certamente dovuto anche alla sacralità con cui i babilonesi commerciavano, secondo cui gli accordi erano stipulati con la protezione del dio Sole Samas.

I contratti commerciali, al pari di reliquie erano infatti ospitati all’interno dei templi.

Qui di seguito riportiamo la lamentela tradotta dall’accadico:

“Dì a Ea-nasir; così dice Nanni:
quando sei giunto mi hai detto: “Darò a Gimil-sin [il servitore di Nanni] lingotti di rame di ottima qualità”. Quindi te ne sei andato, ma poi non hai fatto ciò che avevi promesso. Hai presentato dei lingotti di pessima qualità al mio messaggero, dicendogli: “Se vuoi prenderli, prendili; se non vuoi prenderli, vattene!”.

Per chi mi hai preso, per trattarmi in questo modo? Ho mandato dei gentiluomini, proprio come noi, a riprendere la borsa con i soldi che ti avevo affidato [per comprare la merce], ma tu mi hai trattato con sufficienza rimandandomeli indietro più volte a mani vuote, per di più facendoli passare all’interno di territori nemici. Quanti mercanti, fra quelli che commerciano con Dilmun, mi hanno mai trattato in questa maniera? Tu solo tratti il mio messaggero con disprezzo! Per quella insignificante mina che ancora ti devo ti prendi la libertà di usare questo atteggiamento, quando io ho anticipato 1080 libbre di rame al palazzo a tuo nome, e pure Umi-abum ha anticipato 1080 libbre, oltre a quanto abbiamo scritto su una tavoletta sigillata e custodita presso il tempio di Šamaš.

Tu come mi hai trattato per quel rame? Ti sei tenuto la mia borsa con il denaro in pieno territorio nemico; ora mi aspetto che tu provveda a restituirmelo interamente.

Tieni a mente che, da ora in poi, non accetterò più rame da te che non sia di buona qualità. Provvederò personalmente a selezionare e depositare i lingotti uno per uno nel mio cortile, ed eserciterò il mio diritto a respingerli perché tu mi hai trattato con disprezzo.”

 

 

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