Giuseppe Cenni, l’eroe alato (non) dimenticato

Giuseppe Cenni eroe dell’aria, biografia breve

Sono molti gli eroi sepolti, non solo nei cimiteri, ma dalle pieghe della storia, che tende a ricordare solamente quelli dei “vincitori”.

Giuseppe Cenni è uno di questi, un nome che non dirà forse nulla ai più, ma certamente farà emozionare chiunque sia minimamente appassionato di aeronautica o abbia militato nei corpi di aviazione.

Cenni è stato un ufficiale aviatore classe 1915, caduto sull’Aspromonte il 4 settembre 1943, non prima di aver collezionato una sfilza di battaglie e decorazioni, che lo elevano per diritto e onore tra gli “Eroi dell’Aria”.

Questo Cavaliere Alato durante la sua carriera ottenne la medaglia d’oro al Valor Militare, 6 medaglie d’argento, 3 Croci di Guerra ed anche una Croce di Ferro tedesca di II° classe;  fu inoltre promosso sul campo due volte, portando a compimento 200 azioni belliche in 750 ore di volo su un totale di 1460.

Cenni combatté prima in Spagna dove fu riconosciuto come uno dei migliori Assi della Aviazione , con 8 vittorie aeree, poi durante il Secondo Conflitto Mondiale che gli costò la vita, ma lo elesse tra i migliori piloti “tuffatori” bombardieri. Uno dei migliori nel “volo acrobatico” e nel “volo a vela”.

All’età di soli 28 anni risultava essere il Comandante di Stormo più giovane della Regia Aeronautica, passando in soli 7 anni da semplice Sottotenente di complemento a Maggiore in servizio permanente effettivo.

Oggi in sua memoria è stato intitolato il 5° Stormo dell’Aeronautica Militare, ed anche il 102° Gruppo del 6° Stormo di Ghedi (Brescia).

Le origini di Cenni sono romagnole, essendo nato il 27 febbraio del 1915 in Casola Valnesio vicino Ravenna, ma si trasferì a Parma per studio, dove iniziò ad innamorarsi dell’aviazione frequentando dei corsi di “volo a vela”, ovvero una disciplina di volo senza motore contemplativa dell’uso di alianti . La passione è talmente grande da spingerlo a percorrere centinaia di chilometri in bicicletta per raggiungere Cantù dove si tenevano i corsi.

Un giovane, una passione

Il giovanissimo Giuseppe concluse il liceo, ma decise di abbandonare gli studi universitari per arruolarsi nella Regia Aeronautica il 19 giugno 1935, per coltivare la sua indiscussa passione: il volo!

Poco più di un mese dopo, il 30 luglio Giuseppe effettuò il suo primo volo senza istruttore, nei cieli di Siena, a bordo di un Fiat AS.1, venendo nominato pilota ufficialmente il 18 agosto, venendo assegnato qualche mese dopo al 6° Stormo.

Sangue alla patria

Il battesimo del fuoco arriva con la Guerra di Spagna, dove Cenni, assieme a molti altri, si arruola volontario per andare a combattere nella celebre squadriglia della “Cucaracha” comandata dal Capitano Vincenzo Dequal e che era equipaggiata con aerei Fiat C.R.32.

Giuseppe che aveva solo 21 anni e che usava uno pseudonimo di copertura (Victor Stella) collezionò sul territorio spagnolo 7 vittorie e l’abbattimento di un dirigibile, tuttavia il 29 gennaio del 1936 fu abbattuto durante una collisione aerea con un gregario che lo investì danneggiando la coda del velivolo.

Cenni dovette lanciarsi con il paracadute atterrando in terra nemica e cercando di raggiungere le linee alleate vagando per tre giorni nei boschi, ma venne infine catturato e trascorse 7 mesi di dura prigionia rischiando di essere fucilato.

Alla fine grazie a uno scambio di prigionieri organizzato dalla Croce Rossa Giuseppe venne liberato, rientrando in patria e in servizio già dal dicembre del 1936.

Intanto in Germania si affrancava il Social nazionalismo di Hitler, che avrebbe portato allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale; proprio con i reparti tedeschi che Cenni si distinse nuovamente, entrando a far parte di quella élite di “tuffatori” italiani designati a pilotare i formidabili Stuka della Luftwaffe.

Al comando della 239° Squadriglia, Giuseppe condusse le prime azioni sul fronte Greco-Jugoslavo, affondando personalmente ben tre navi, di cui una da 8000 tonnellate, ideando anche una personale tecnica del bombardamento a “rimbalzo”, ovvero facendo rimbalzare la bomba sulla superficie dell’acqua per colpire il fianco della nave invece del ponte, tecnica che richiedeva molta perizia e soprattutto esponeva di più il pericolo dell’abbattimento dell’aereo.

6 mesi li trascorse in Africa Settentrionale tra il maggio e l’ottobre del ’41, operando tra Tobruk, Marsa Luk e Bardia, ottenendo l’anno successivo la nomina di Comandante del neo-costituito 102° Gruppo Tuffatori, combattendo poi su Malta, anche in notturna.

Una delle battaglie dove Cenni ottenne grandi risultati fu quella di Pantelleria, tra quelle comprese delle battaglie di “Mezzogiugno”.

A Cenni venne affidato anche il delicato incarico di collaudare il nuovo Re.2002 della Reggiane, aereo che avrebbe poi trovato un largo impiego e una grande produzione.

Nel frattempo le cose iniziarono a mettersi male per gli italiani, il 10 luglio 1943 avvenne lo sbarco di Sicilia ed il 5° Stormo viene spedito in fretta al contrattacco, senza avere tempo di equipaggiarsi a dovere e di far riposare il personale appena atterrato a Catania. Durante l’azione cadde il Comandante Nobili assieme ad altri piloti, venne quindi assegnato lo Stormo a Cenni, che aveva solo 28 anni.

Durante le prime settimane di luglio lo Stormo subì numerose perdite e inoltre a Crotone dopo un bombardamento angloamericano persero la maggior parte dei velivoli, ma Cenni non si perse d’animo e riuscì a ricostituire una forza aerea in meno di un mese.

La fine e la memoria

Il 4 settembre, nonostante si fosse firmato l’Armistizio di Cassabile il giorno precedente, il 5° Stormo venne inviato per attaccare gli Alleati che stavano sbarcando in Calabria; Qui Giuseppe Cenni perse la vita, venendo attaccato da ben 5 Spitfire dopo aver eseguito un tuffo di bombardamento. Nonostante una fuga acrobatica a bassa quota tra le insenature dell’Aspromonte, venne raggiunto dai colpi nemici schiantandosi al suolo.

Di Cenni resta la memoria di un eccezionale pilota pluridecorato, di cui celebre era il suo motto “Valzer ragazzi!” che venne usato anche dopo la sua morte e replicato come special color sui Tornado del 102°. Inoltre alcuni comuni italiani hanno dedicato vie, monumenti o targhe in suo onore.

Motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare:

«Abilissimo pilota da caccia e da bombardamento a tuffo, consumò la sua breve giovinezza per la grandezza della Patria. Sempre e dovunque rifulsero le sue preclari virtù spirituali e professionali; sempre primo nell’azione e nel rischio seppe in due guerre duramente combattute guadagnarsi ben sei medaglie d’argento e due promozioni per merito di guerra. Nelle memorabili giornate dal 10 al 19 luglio, seguito dall’assoluta dedizione dei gregari, contrastò il passo agli invasori con inesausto aggressivo accanimento, superando ogni limite umano dell’ardimento ed in duri combattimenti con la caccia avversaria tre volte riusciva a disimpegnare i propri gregari assaliti da numero preponderante di caccia nemici. Durante un’azione di bombardamento a tuffo nell’inferno di ferro e di fuoco della zona di sbarco dello stretto di Messina scompariva sopraffatto dal numero. Esempio imperituro di elette virtù militari, sublime amor patrio, abnegazione ed eroico attaccamento al dovere.»
— Cielo del Mediterraneo, 10 luglio – 4 settembre 1943

Condividi