Tremate! Come avviene un terremoto e come sopravvivere.

Che cosa è un terremoto?

Terrae Motus, “Movimento della Terra”, Terremoto; già gli antichi, avevano loro malgrado conosciuto ed imparato a riconoscere i terremoti, rifugiandosi nella fede della dea Tellus (da qui deriva il termine tellurico), dea della terra, protettrice dei morti, della fecondità e dei terremoti.

Il terremoto, è un imprevedibile assestamento della crosta terrestre, che avviene quando una massa rocciosa, scivola sotto a un’altra, causando le vibrazioni, che dall’ipocentro si propagano circolarmente in onde sismiche; questa energia rilasciata, come una sorta di elastico, è quella che poi è causa dello sconquassamento in superficie.

L’ipocentro è la zona interna della terra, dove avviene il movimento tettonico, mentre l’epicentro è l’area di superficie dove avviene lo sconquassamento; la scienza che studia questi fenomeni è detta “sismologia”.

La stragrande maggioranza dei terremoti, è impercettibile agli esseri umani, ed avviene principalmente nel sottosuolo, senza causare danni, mentre quelli che colpiscono la superficie, sono solitamente in zone che coincidono con il confine di una delle placche presenti  sotto al crosta terrestre, che sono a contatto tra di loro delimitate dalle faglie, ovvero delle fratture che separano e distinguono le placche.

Esistono delle aree più o meno sensibili, dove queste placche sfregano o si urtano tra di loro generando i terremoti di interplacca, ma possono esserci anche dei terremoti più lontani dalle zone di confine tra una placca e l’altra, molto raramente e spesso localizzati in prossimità di aree vulcaniche, dove è il movimento del magma e l’energia vulcanica a causare le vibrazioni telluriche.

In altre zone, accade invece che sebbene impercettibile il movimento tettonico, causi un accumulo di energia e tensione, che può variare da decine a centinaia di anni, sino a quando non si raggiunge il “carico di rottura”, ovvero l’esplosione dell’energia accumulata, che è sufficiente a spostare le masse rocciose con violenza tale, che viene avvertita anche sulla superficie, grazie al rilascio delle onde sismiche prodotte.

L’Europa, e l’Italia in particolare, sono l’area continentale, più colpite, assieme a quella asiatica, uno studio condotto tra il 1963 e il 1998, ha registrato ogni terremoto accaduto in quel lasso di tempo, evidenziando i terremoti lungo le faglie, con una forte concentrazione su Europa, Giappone e Oceania (esclusa l’Australia parzialmente colpita), la costa ovest delle Americhe, lasciando quasi esclusi il continente Africano e la Russia, che sembrerebbero essere i luoghi meno colpiti da eventi sismici.

Le nazioni più colpite

Nello specifico le nazioni più a rischio sono:

Italia-Turchia-Grecia-Giappone-Afghanistan-Iran-Nepal-Indonesia-Filippine-Nuova Guinea-Polinesia-Alaska-California-Messico-Perù-Cile.

Solitamente una scossa tellurica non supera i 30 secondi, ma vi sono stati anche eventi perdurati alcuni minuti,il terremoto è accompagnato da un forte boato o rumore simile a uno sparo, le onde sismiche, possono essere verticali (scossa sussultoria) oppure orizzontali (scossa ondulatoria), solitamente un terremoto di media o forte intensità, è preceduto da scosse più lievi, chiamate in gergo “sciame sismico”, causate dall’energia che straripa gradualmente, prima di rilasciare il grosso della sua potenza; altri sono immediati, mentre alcuni seguono una sequenza sismica, ovvero, il crearsi di scosse telluriche, una appresso all’altra, ma non circoscritti in una determinata zona, come accade per lo sciame sismico.

I terremoti più devastanti e di maggiore magnitudo, spesso purtroppo, sono seguiti “dall’aftershocks”, ovvero una serie di repliche che possono essere non meno devastanti, erroneamente riconosciuti come “scosse di assestamento”, mentre si parla di “terremoti indotti”, quando nuovi terremoti sono causati dalla frattura della roccia e dal rilascio di nuova energia, con il primo sisma.

Sono stati anche accertati dei casi di terremoti causati dall’intervento involontario umano, come nel caso dell’accumulo di grandi masse d’acqua nei bacini delle dighe, come accaduto in Zambia con la diga di Kariba o con l’iniezione e l’estrazione di fluidi dalla crosta terrestre, la cui resistenza viene modificata dalla pressione idrica (o del fluido estratto, ad esempio il petrolio).

E’ importante prevenire e rilevare un terremoto, prima che esso accada, proprio per questo, l’uomo si è adoperato, per inventare strumenti atti a registrare i movimenti tellurici e a prevederli, un po’ come avviene con gli eventi meteorologici, anche se purtroppo, l’imprevedibilità di tali eventi, spesso non può essere sempre prevenuta.

Una potenza devastante

I sismologi, utilizzano i sismografi per i rilevamenti, che scrivono i dati sui sismogrammi, ovvero una sorta di registro dei movimenti; l’elaborazione incrociata dei dati raccolti da più sismografi, disposti sul territorio, consente di stimare l’epicentro, l’ipocentro e l’intensità del sisma, che attraverso le scale sismiche, come la Scala Richter, la Scala Mercalli o la Scala di magnitudo del momento sismico, può annunciare il rischio di un evento sismico di grande portata (rilevando ad esempio uno sciame sismico).

Il terremoto, è l’evento naturale più potente in assoluto, la sua energia può essere pari a quella di migliaia di bombe atomiche e spostare milioni di metri cubi di roccia, sollecitando la superficie e gli edifici costruiti sopra di essa, portando morte e distruzione e a volte causando effetti secondari, quali frane, incendi, fuoriuscita di materiali pericolosi (come accadde a Fukushima), allagamenti dovuti al cedimento di dighe o addirittura maremoti, se la scossa avviene sotto la superficie marina; basti pensare che il terremoto giapponese del 2011, ha spostato di 10 cm il Polo Nord Geografico, il terremoto che ha mietuto più vittime, è invece accaduto in Cina nel 1556, con una magnitudo stimata di 8,3, fu causa di 830.000 decessi, anche se il terremoto con la più alta magnitudo, venne invece registrato in Cile nel 1960, con una forza di 9,5.

Come Comportarsi …

 

Avere la consapevolezza, la lucidità e la prontezza, di eseguire una delle azioni che andremo ad elencare, potrà fare la differenza tra la vita e la morte in caso di evento sismico;

  • Cercate un riparo immediato, ad esempio un tavolo o una scrivania sufficientemente robusti da proteggervi dalla caduta di calcinacci o soprammobili.

 

  • Allontanatevi da mobili pesanti che potrebbero cadervi addosso, da vetrate, finestre o specchi, che possono esplodere a causa dell’energia sismica.

 

  • Cercate riparo sotto il vano di una porta, solitamente quella è una zona più rinforzata sia nel soffitto che nel pavimento, oppure riparatevi in prossimità di una parete portante o di una trave, più resistenti ad altri elementi degli edifici.

 

  • Al termine della scossa uscite immediatamente di casa, senza pensare a salvare preziosi o oggetti personali se non indispensabili, sarebbe molto utile disporre di una borsa sempre pronta con medicinali, coperte, vestiti di ricambio, kit di pronto soccorso, piccole somme di denaro, da tenere a portata di mano nei pressi della porta principale di casa.

 

  • Non usate mai l’ascensore, scendete attraverso le scale e con prudenza, senza correre; le scale sono la parte più fragile delle abitazioni, potrebbero essere crollate, muovetevi con prudenza e cercate se possibile di dare assistenza ad eventuali persone ferite.

 

  • Una torcia nel comodino accanto al letto può tornarvi utile, perché spesso quando il terremoto colpisce, lascia isolati interi quartieri dall’energia elettrica, la torcia vi permetterà l’evacuazione, evitando di inciampare o mettere i piedi su calcinacci e spuntoni.

 

  • Se vi trovate all’aperto durante la scossa, allontanatevi da alberi, pali, terrazze, edifici e da tutto quello che può cadervi addosso, cercate uno spiazzo aperto, un giardino, lontano anche da laghi o dalla riva del mare che potrebbero essere interessati da tsunami (successivi al terremoto anche dopo diversi minuti).

 

  • Una volta terminata la scossa date assistenza ai feriti, evitando di muovere quelli gravi, aspettando e allertando i soccorsi specializzati, evitare di usare il telefono nelle prime ore per chiamare parenti o amici per evitare di intasare le linee, togliere la password del Wi-Fi se funzionante, per consentire ai soccorritori di collegarsi, o addirittura a persone sepolte sotto le macerie che non hanno campo con il telefono; è possibile lasciare un messaggio su Facebook attraverso il “Safety Check” per tranquillizzare le persone care ed evitare che vi chiamino occupando le linee.

 

  • Evitate gli spostamenti futili, non create traffico che rallenti il lavoro dei soccorritori, se possibile mettetevi a disposizione degli stessi per rimuovere le macerie o per fornire indicazioni sulle persone da ritrovare.

 

  • In accordo con le autorità, predisponete la raccolta degli oggetti più cari o indispensabili rimasti dentro le abitazioni, purtroppo potreste trovarvi costretti a un lungo periodo lontani da casa ed è bene cercare di recuperare quanto più possibile una volta terminato lo stato di allerta.

 

 

 

Eventi sismici locali

 

 

Anche la Ciociaria e l’alta Ciociaria, al confine con la Valle D’Aniene, è considerata zona sismica inclusa come “Zona 2B”, ovvero zona soggetta a terremoti di intensità media, sebbene vi siano alcuni comuni che addirittura ricadono sulla “Zona 1”, ovvero rischio sismico alto; principalmente la zona più pericolosa interessa la fascia appenninica.

 

Uno dei più gravi terremoti che ricordiamo è quello che nel 1915, ha raso al suolo Avezzano, in Abruzzo, al confine con il Lazio; era il 13 gennaio alle ore 06.52 della mattina, quando una scossa terrificante, spezzò la vita di 30.519 persone in pochi istanti.

Avezzano, epicentro del sisma perse 10.700 residenti su 13.000, così come furono annientate le popolazioni di Gioia dei Marsi e Albe e vennero dimezzate quelle di Ortucchio e Pescina; colpite ben sei regioni, oltre all’Abruzzo, il Lazio (specialmente nel Sorano e Roma), Molise, Marche, Umbria e Campania.

 

Di quell’evento riportiamo la cronaca tratta dalla bibliografia dell’Abbazia di Casamari:

13 gennaio. Stamane verso le otto meno dieci minuti si è sentita una fortissima scossa di terremoto quasi vorticoso della durata di quasi un sessanta secondi: sussultorio prima e poi ondulatorio. Lo spavento in tutti prodotto è stato enorme. Giacche una simile scossa non si era mai sentita.
dopo la scossa essendosi risaputo che nei dintorni vi erano vittime, parecchi religiosi si sono diramati in vari punti per prestare il loro soccorso spirituale ed anche materiale se fosse stato d’uopo. Si è poi osservato come molte case coloniche sono addirittura crollate; ma nessuna vittima tra i coloni di Casamari: solo pochi feriti. Castelluccio raso al suolo con moltissime vittime .


Nei dintorni è Castelliri che ha più sofferto, poiché se pure qualche casa e rimasta in piedi essa minaccia continuamente di cadere per le gravi lesioni. Molte sono le vittime. molti i feriti, tutti senza tetto. Parecchi di noi ci sono stati oggi stesso, se a caso avessero potuto arrecarvi qualche soccorso. Per via non si vede altro che un esodo continuo e tutti piangendo e singhiozzando e quasi inebetiti. Tra quelle macerie e una scena straziante. Noi stessi abbiamo estratto dalla Chiesa diroccata la SS. Eucarestia e l’abbiamo trasferita nella chiesa di S. Rocco sita sulla via sotto Castellini, anch’essa tutta lesionata. Oggi stesso Casamari ha spedito a Castelliri qualche soccorso materiale: liquori, cordiali, pane e vino e medicine: poca cosa in verità rispetto alla moltitudine dei bisognosi. In seguito manderà altro pane. Ai coloni ha pure somministrato soccorsi in cibarie e materiale per le capanne. In seguito darà loro anche dei panni. Il terremoto stavolta è stato veramente disastroso in tutto il senso della parola: L’epicentro sono gli Abruzzi e precisamente la Marsica; e da Sulmona a Frosinone, da Aquila a Roma e specialmente nella conca del Fucino la più parte dei paesi sono rasi al suolo: cosi annunciano i giornali pubblicati oggi stesso in numero straordinario.


Alla data 18 gennaio viene annotato:
Le scosse di terremoto più o meno percettibili continuano. […] Noto, inoltre, a titolo di cronaca, come nei dintorni tutti o quasi passano il tempo, e precisamente la notte nelle capanne in aperta campagna. Non mai forse si e vissuti in un più angoscioso e duraturo panico: par sempre di sentire un nuovo terremoto; e un’automobile. un veicolo qualsiasi, un rumore qualsiasi basta ad allarmare gravemente, e non pochi tragici aneddoti si sono avverati per questi falsi allarmi
Insomma si vive in una continua trepidazione; e la stessa certezza del nulla diventa spesso, nella fantasia esaltata. certezza di un nuovo cataclisma. Però nei dintorni, a Castelliri, Anitrella, Isola Liri, Sora ecc. le vittime e i danneggiati sono moltissimi. A vederli ora, gli uomini non sembrano più tali: sono tutti trasfigurati, chi col dolore, chi dallo spavento: non si vede più una faccia allegra. non più un sorriso benevolo. non più un saluto amico: tutti col capo chino in preda a profonda mestizia, assolti in gravi inesplicabili pensieri.Parrebbe venuta la fine del mondo. Per questa strada romana e uno straordinario incessante via vai di notte e di giorno di automobili, quasi tutti carichi di vettovaglie, medicinali, ecc. La più parte, dicono, di principi romani e d’altrove, che corrono al soccorso dei poveri disgraziati


Ad aggravare la già terribile situazione dei terremotati, il 24 gennaio, si verificò un’abbondante nevicata. Da un articolo scritto a Castelliri all’indomani di questo funesta evento atmosferico, pubblicato sul Giornal d’Italia:


«Dal monte delle Scalette la neve è scesa a gelare ancor più i nostri corpi. Iersera poi una scossa sensibilissima fu avvertita con immenso spavento delle donne e dai fanciulli. I soccorsi seguirono ad affluire al Comitato locale diretto dal consigliere comunale Giuseppe D’Arpino e dall’arciprete Coluoci. Ieri abbiamo avuto l’onore di ricevere il Comitato di Torino con a capo il senatore Rossi, sindaco di quella città. Tutti quei buoni signori sono rimasti muti davanti a tanta rovina. L’ingegnere capo del comune di Torino, il comandante dei pompieri e lo stesso senatore Rossi con l’ingegnere del Genio Civile sono di accordo nel ritenere indispensabile la dinamite per spianare quasi tutto ciò che è rimasto in piedi a Castellini. Il prefato Comitato dell’alta Italia ha lasciato subito pane e denaro; ha promesso scarpe per molte persone l’ausilio di otto pompieri per la demolizione dei muri pericolanti. Non meno minifico è con noi il comune di Napoli che ha già terminata una baracca per dieci famiglie ed ha ricoverato in Napoli stessa cento e più persone».
Scosse di terremoto più o meno sensibili si ripeterono per tutto l’anno 1915.

Terremoto del 1654

 

Non da meno fu il terremoto che colpì la Marsica e la Ciociaria 3 secoli e mezzo prima, il sisma rase al suolo i comuni di Cassino, Opi, Santopadre, Casalattico, Posta Fibreno e Piedimonte S. Germano, causando distruzioni gravi anche a Balsorano Vecchio, Pontecorvo, Atina, Roccasecca, Casalvieri, Isola Liri, Castelliri, Veroli, Belmonte Castello, Arce, Alvito, Sora, Pescosolido, Boville Ernica, Aquino, Monte San Giovanni Campano ed Arpino, la scossa venne avvertita da Roma a Napoli.

Ingenti i danni specialmente all’abbazia di Montecassino e la perdita di edifici storici e religiosi di epoca medievale, sebbene la zona non densamente popolata, allocata in un contesto agricolo, abbia subito la perdite di “solo” 200 persone, in quello che poteva essere un olocausto, se accaduto in un grande centro urbano

Tuttavia la zona colpita, assegnata all’epoca al Regno di Napoli, era un’area produttiva, che messa in ginocchio dal sisma, paralizzò l’economia del Ducato di Sora, il quale avanzò immediatamente la richiesta al Regno di esenzioni fiscali, non riuscendo però a ottenere interventi economici degni di nota, che causarono una forte migrazione di massa degli sfollati verso lo Stato Pontificio e le regioni del sud.

Subiaco 1348

 

Nel Medioevo, un forte terremoto colpì Subiaco, già colpita nel 1227 da un sisma che aveva danneggiato seriamente il monastero di Santa Scolastica, questi eventi contribuirono al crollo delle dighe fatte erigere da Nerone, decretando la fine dei “Simbruina Stagna”nell’anno 1305, ovvero i laghi artificiali creati in prossimità della villa romana dell’Imperatore; il crollo avvenne tuttavia a seguito di una tempesta.

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