Il mistero delle Lampade di Dendera, furono gli antichi egizi a scoprire l’elettricità?

Un mistero dibattuto da quasi due secoli

Un mistero ha appassionato gli archeologi di tutto il mondo per quasi due secoli, ed ad oggi ancora sembra non essere stato del tutto risolto.

Stiamo parlando delle “Lampade di Dendera”, ovvero dei bassorilievi scoperti nel tempio di Hathor a Dendera (70 km da Tebe), nel 1857; essi rappresentano delle grosse lampade sorrette da un uomo e da un supporto.

Di Rowan – Opera propria, Pubblico dominio

Il ritrovamento

Scopritore dei bassorilievi l’archeologo francese Auguste Mariette, che spese la sua vita scavando in Egitto dove trovò la morte nel 1881 a Bulaq.

Mariette ritrovò i bassorilievi nella cripta invasa dalla sabbia del deserto, che una volta rimossa permise di studiare le lastre di epoca tolemaica apposte alle pareti.

La stanza risaliva al XV secolo a.C., primo nucleo del tempio completato con sovrapposizioni successivamente in epoche tolemaica e romana, di primo acchito gli studiosi convenirono che le lastre rappresentassero delle “lampade a incandescenza”.

Studi successivi da parte degli egittologi hanno identificato una sovrapposizione di più simboli, (confutata anche dalla traduzione dei geroglifici) che identifica la rappresentazione come un serpente primordiale nascente da un fiore di loto.

Sia il serpente che il fiore di loto sono simboli ricorrenti della mitologia egizia e collegati alla divinità Osiride, alla quale dovrebbero essere dedicati i due santuari descritti nelle lastre.

Purtroppo ignoti trafugato le lastre negli anni ’70 e ne restano solo alcune dove dei sacerdoti sono intenti ad officiare un rituale.

Le ipotesi

Secondo la “criptoarcheologia” tuttavia, la rappresentazione mostrerebbe un antico “tubo di Crookes”, ovvero una sorta di cannone a radiazioni, sorretto da un personaggio che lo dirige verso la divinità armata di pugnali.

Gli pseudoarcheologi hanno identificato il gambo di fiore di loto nel cavo elettrico, il serpente come la serpentina che si trova nei tubi di Crookes, mentre il sostegno che rappresenta la colonna dorsale di Osiride viene associato come un avvolgimento elettrico.

I due “Djed” che sono oggetti di culto riconosciuti per essere stati rappresentati in molti bassorilievi egizi, sono stati identificati invece come isolatori elettrici.

In conclusione, è evidente come la sovrapposizione di più simboli possa aver tratto in inganno l’occhio dell’uomo moderno, così come è accaduto per “l’astronauta di Palenque”, la raffigurazione della civiltà Maya che rappresenta un uomo intento a pilotare un razzo, ma che in realtà è un guazzabuglio di simboli sovrapposti per alimentare una casuale colossale bufala storica.

Condividi